In queste ore affannate, che seguono le consultazioni, assistiamo all’avvio della faticosa trattativa tra Pd e M5Stelle. Si tratta di un percorso con il conto alla rovescia scandito dal Quirinale, il quale non concede margini a nessuno.
Leggendo i giornali, si ha l’impressione che l’unica cosa certa, tra forni aperti e chiusi e decisioni difficili da prendere specialmente per i grillini, sia il fatto che Matteo Salvini sta uscendo come perdente, avendo fallito il blitz che lo ha portato ad aprire questa crisi politica agostana.
In realtà, è proprio il contrario di questo giudizio l’unica cosa veramente certa.
Cerchiamo di chiarire il concetto.
Salvini ha sicuramente giocato di azzardo. Probabilmente lo ha fatto dopo avere incassato tutto quello che con il governo Conte era possibile capitalizzare, quindi abbattendo la maggioranza in un momento particolarmente inusuale. Cionondimeno, la situazione comincia a far trapelare l’intelligenza politica che ne ha ispirato le gesta improvvise.
Osservando oggi la situazione, si comprende facilmente che se si dovesse andare al voto dopo il naufragio della trattativa giallo-rossa, la Lega si troverebbe in una campagna elettorale segnata proprio dal grande incasso auspicato. Probabilmente il centrodestra a guida Salvini, con la stretta alleanza a destra di Fdi, arriverebbe ad avere la maggioranza assoluta.
Ma anche se dovesse nascere l’alternativa a sinistra, il blocco forte di opposizione vedrebbe Salvini guadagnare consensi facendo giocoforza della debolezza dell’esecutivo nascente.
A cominciare dalle amministrative, in specie l’Emilia Romagna, assisteremmo ad una lenta erosione del fragile governo con una sicura affermazione, ancora più potente elettoralmente, alle successive politiche della Lega sul Pd e i 5Stelle.
Persino nella terza ipotesi di un passo indietro grillino e di un governo giallo-verde bis, Salvini potrebbe vantare di aver rilanciato l’attività di governo, magari mostrando pure che le poltrone non interessano la Lega, avendo offerto all’uopo Palazzo Chigi a Luigi Di Maio e compagni.
Concludendo, quindi, Salvini è già indiscutibilmente il vero vincitore di questa crisi 2019, godendo soprattutto del privilegio che altrove non si vedono politici di razza in grado realmente di sfidarlo sul piano della strategia e della popolarità.