Ha sbagliato tempi, modalità, strategia: la crisi di governo innescata da Matteo Salvini sembra incomprensibile anche per Libero, un quotidiano che al leader leghista non ha risparmiato lodi negli ultimi mesi. “Caro Salvini, ti scrivo per dirti che non ho capito le tue ultime, e anche penultime mosse. Spero che tu me ne possa spiegare il senso”, ha scritto questa mattina Vittorio Feltri nel suo editoriale dal titolo esplicativo: “L’autogol di Salvini merita la punizione di un vero arbitro”. E così a seguire, sulla stessa linea, i commenti di Becchi, Farina e Senaldi.
“Quando Matteo ha mollato (e non si comprende perché) Di Maio, immediatamente i seguaci di Renzi e Zingaretti si sono messi a disposizione per fottere Alberto da Giussanno – scrive Feltri -. Ciò che sorprende non è l’atteggiamento ondeggiante del Pd, bensì la superficialità di Salvini che si è illuso si potesse giungere alle consultazioni”.
E un’analisi più dettagliata, partendo dai punti certi, arriva dalla penna di Pietro Senaldi: il primo punto certo è che Conte martedì parlerà all’Aula, e se non salirà al Quirinale per dimettersi sarà il momento della sfiducia. Ma quando? La mozione, sottolinea il giornalista, non è stata ancora calendarizzata. “Quando si vota allora?”, si chiede. “Boh. Se Salvini torna sui propri passi, probabilmente mai. Altrimenti, quando farà comodo a Pd e M5S”.
Cosa succederebbe se Salvini facesse un passo indietro sulla fiducia a Conte se lo chiede il politologo vicino prima a M5S e ora alla Lega, Paolo Becchi che del matrimonio tra le due forze antisistema è sempre stato strenuo sostenitore, seppure senza risparmiare critiche. La crisi aperta da Salvini e il voto sul calendario di martedì scorso, spiega il professore, ha generato il “ritorno dei rimossi”, ossia Renzi e Berlusconi. Salvini non poteva aspettarsi che le opposizioni (e M5S) stessero a guardare dopo aver rotto l’accordo di governo. “Il voto dell’altro giorno – scrive Becchi – ha fatto capire a tutti che una maggioranza alternativa a quella attuale numericamente c’è e di questo il Presidente della Repubblica non potrà non tener conto nel caso in cui Conte fosse sfiduciato. Appunto, la sfiducia…”. “Conviene davvero, a Salvini non ritirarla come gli chiedono i grillini?”, conclude il professore.
Qualsiasi cosa Salvini sceglierà di fare nei prossimi giorni, però, è stato sconfitto. “Salvini ha ragione ma ha perso. Renzi ha torto ma ha vinto”, scrive sempre dalle pagine di Libero Renato Farina. Il leader della Lega, come Renzi, ha pensato che il consenso popolare delle europee fosse “moneta con cui compri potere” , ma “se le infili nel tritatutto delle tattiche parlamentari, delle procedure, dei regolamenti, valgono come le lacrime dell’illusione”.
E si torni da dove si è iniziato, allora. Salvini, scrive Feltri (come Di Maio gli scorsi giorni) si è infilato in un “cul de sac”. Come ne uscirà, non è dato sapere. Di certo, fa impressione leggere su Libero un poker di firme così autorevoli che suona il campanello di allarme.