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Saviano vs Salvini. L’appello di Sansonetti ai Grillodem: lasciate perdere le manette

Contrordine, compagni. Piero Sansonetti, giornalista di lungo corso, già direttore de Il Dubbio e prossimo direttore de Il Riformista, tira le orecchie su Twitter ai dem che in queste ore chiedono a gran voce le manette per Matteo Salvini dopo l’ennesimo braccio di ferro sui migranti. “Questo non è più giustizialismo – confida a Formiche.net – è ansia totalitaria”.

Sansonetti, di cosa parliamo?

In queste ore sta montando un clima manettaro. L’articolo di Roberto Saviano su Repubblica in cui augura il carcere a Salvini è clamoroso.

Perché?

Sottende l’idea per cui il “bene” deve governare e chi non sta dalla sua parte merita la prigione.

In questo caso Salvini.

Ora nel mirino c’è lui. Non per niente si è arreso sul caso Open Arms. Teme davvero di finire in prigione. Attenzione, io ho sempre ritenuto un’infamità quel che sta facendo con i migranti. Questo non toglie che non è un reato. E chi si appassiona a questa idea si abbassa allo stesso piano del peggiore giustizialismo.

Lo stesso discorso vale per il vecchio caso Diciotti?

Certo, lo dissi anche allora. Io sono un estremista sulla battaglia per i migranti. Ma il Pd fece un grave errore a votare a favore all’autorizzazione a procedere.

E quale dovrebbe essere la linea Maginot per i magistrati?

La magistratura può benissimo far sbarcare i migranti senza alcun bisogno di incriminare per sequestro di persona Salvini. Il Tar ha fatto il suo dovere. Ha disposto i controlli necessari e ha deciso che la nave non si poteva bloccare. Incriminare un ministro per una cosa del genere è tutt’altra cosa. Nessuno in buona fede può non vederci un’operazione politica.

Questa volta Salvini rischia?

Molto. La magistratura è allo sbando, il Csm di fatto non c’è più dopo il caso Palamara. In Italia se un pm e qualche gip si mettono d’accordo possono annientare chi vogliono. Neanche un ministro della Giustizia può mettersi contro. I casi di Mancuso e Mastella sono eloquenti.

Se il governo Cinque Stelle-Pd andrà in porto si troverà un terreno comune sulla giustizia?

Solo al prezzo di una resa totale dei Cinque Stelle. Non hanno altra motivazione politica se non il salvataggio delle poltrone, se tornano al voto perdono i 3/5 dei seggi. L’unica possibilità per il Pd è è porsi in una posizione di assoluta dominanza. Molto dipenderà dai rapporti di forza fra le componenti interne al partito, dove convivono in modo trasversale garantisti e giustizialisti.

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non è tra i nomi in discussione in queste ore di trattativa. Che bilancio fare del suo anno da Guardasigilli?

Un bilancio pessimo. Bonafede è il rappresentante ufficiale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati, ndr) al governo, un uomo molto potente. In dodici mesi è riuscito ad abolire la prescrizione e mandare in malora la giustizia italiana. Un corpo mortale allo stato di diritto.

Salvini il garantista era al governo con lui…

Salvini è garantista a targhe alterne. Si riscopre tale quando un’inchiesta lo riguarda in prima persona, per il resto il suo grido preferito è “in galera”. A differenza sua Silvio Berlusconi era un garantista vero, con se stesso e con gli altri. Non ricordo una volta in cui abbia votato a favore di un’autorizzazione a procedere contro un avversario.

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