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Comprare la Groenlandia? La proposta di Trump alla Danimarca che non ti aspetti

La Danimarca risponde picche a Donald Trump. Numerosi esponenti politici danesi hanno respinto le ipotesi di un eventuale acquisto della Groenlandia da parte di Washington. L’isola ha infatti replicato seccamente poche ore fa: “La Groenlandia non è in vendita”. E, al di là di questa posizione ufficiale, molti esponenti politici locali si sono espressi in tal senso.

“Dev’essere un pesce d’aprile. Assolutamente fuori stagione”, ha affermato in un tweet l’ex primo ministro Lars Lokke Rasmussen. “Se sta veramente contemplando l’idea, allora questa è la prova definitiva che è impazzito”, ha invece dichiarato il portavoce per la politica estera del Partito Popolare Danese Soren Espersen, per poi aggiungere: “L’idea che la Danimarca venda 50 mila dei suoi cittadini agli Stati Uniti è assolutamente ridicola”.

“Sono certo che la maggior parte degli abitanti della Groenlandia preferisca avere relazioni con la Danimarca piuttosto che con gli Stati Uniti, nel lungo termine”, ha invece affermato Aaja Chemnitz Larsen, membro del parlamento danese appartenente a uno dei principali partiti della Groenlandia, Inuit Ataqatigiit. Sulla stessa linea si è collocato l’ex ambasciatore statunitense in Danimarca, Rufus Gifford: “Oh, Signore!”, ha scritto su Twitter, “Da amante della Groenlandia e dei suoi abitanti, dopo averla esplorata a fondo nove volte, questa è un’assoluta e totale catastrofe.”

A rivelare l’interesse del presidente americano nell’acquisto dell’isola era stato ieri il Wall Street Journal, secondo cui Trump avrebbe talvolta chiesto ai propri consiglieri pareri sull’opportunità e i vantaggi di una simile mossa. Non dimentichiamo che l’isola ospita la base aerea Thule, la più settentrionale di quelle attualmente in mano a Washington. Un eventuale acquisto del territorio presenterebbe quindi un obiettivo di carattere eminentemente strategico, per quanto svariati organi di stampa americani parlino della volontà di Trump di integrare un nuovo territorio nell’orbita statunitense come parte di un più complessivo progetto di eredità politica. Del resto, non sarebbe la prima volta che Washington consideri l’ipotesi di comprare la Groenlandia: pare infatti che Harry Truman ci avesse già provato (pur senza successo) nel 1946.

Come che sia, il polverone mediatico avviene a circa due settimane dalla visita ufficiale che l’inquilino della Casa Bianca compirà a Copenaghen, all’inizio del prossimo settembre: una visita, in cui Trump dovrebbe incontrare la regina Margherita II, il primo ministro Mette Frederiksen e i leader di Groenlandia e Isole Faroe. A inizio agosto, proprio la Frederiksen aveva dichiarato: “Non vedo l’ora di incontrare il presidente americano in Danimarca, quando discuteremo di questioni di reciproca importanza e di come rafforzare la cooperazione tra Danimarca e Stati Uniti su, tra le altre questioni, la politica di sicurezza, l’Artico, il commercio e gli investimenti”.

Il primo ministro danese aveva quindi aggiunto: “Gli Stati Uniti sono l’alleato più importante e più forte della Danimarca nella Nato. I nostri soldati stanno fianco a fianco negli hotspot del mondo e in difesa della sicurezza dell’Europa.” E proprio la Nato potrebbe rivelarsi uno dei dossier più importanti di questa visita. Trump aveva esercitato pressioni sugli alleati dell’Alleanza Atlantica, affinché spendessero più del 2% del loro prodotto interno lordo nel settore della Difesa.

A gennaio, la Danimarca ha dichiarato di voler incrementare le proprie spese militari all’1,5% del Pil nel 2023, rispetto all’1,35 % previsto quest’anno. D’altronde, già Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama avevano visitato il Paese. Trump rischia tuttavia un’accoglienza non troppo calorosa, vista una certa ostilità nei suoi confronti da parte dell’opinione pubblica locale.



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