“Dieci contro due. Prendersela con i più deboli, un branco violento contro chi è indifeso. Per sbeffeggiare, insultare, derubare. E poi aggredire a colpi di grosse pietre giocando a chi le lancia con maggiore forza, tiro al bersaglio contro il volto della loro vittima. È il lato oscuro del lungomare di Napoli, una manciata di metri alle spalle della passeggiata della movida in una domenica sera torrida e affollata di giovani ancora in città ad agosto”. La vittima più colpita dalle pietre avrà bisogno di almeno due interventi chirurgici al volto.
Questo racconta l’articolo di Irene De Arcangelis sulla pagina di cronaca di Napoli de La Repubblica. Cronaca locale… Quando a Roma si diede fuoco a un clochard la notizia ebbe altro risalto. Il ritorno della lapidazione invece non scalda i cuori, eppure i nostri senatori mentre discutono della calendarizzazione di questa strana crisi avrebbero tratto vantaggio dalla lettura di questo fatto di “cronaca”. Per capire quale sia la vera crisi di cui si occupano nella calura ferragostana.
Derubricare un fatto così a fatto di cronaca locale è rischioso se indica un livello di assuefazione alla violenza. I sassi tirati con gusto contro due ambulanti originari del Bangladesh e provvisti di regolare permesso di soggiorno hanno atteso il punto poco illuminato, racconta l’articolo, ma dopo una scelta del branco. Colpirli perché ambulanti “stranieri”.
L’età dei lapidatori spaventa. Leggiamo ancora il racconto: “E ora è caccia al branco, almeno dieci ragazzini che l’amico della vittima — pure ferito nel tentativo di soccorrere il suo connazionale ma in modo più lieve — ha descritto come per lo più minorenni, tra i quindici e i sedici anni”. Spariti nel nulla, si spera immortalati dalle numerose telecamere di videosorveglianza ora al vaglio della polizia.
Da sempre la finalità della lapidazione è sostanzialmente l’espiazione pubblica della colpa del reo ed anche la formalizzazione del diritto alla vendetta ed è diventato sinonimo di abominio per tutti gli Stati civili. Ora ovviamente i colpevoli saranno ricercati, auspicabilmente presi, ma la sottovalutazione resta un elemento di allarme. Che violenza va crescendo tra noi, i nostri giovani? C’è del suprematismo dietro questo fatto tremendo?