Non solo crisi. Tra un post e un altro dedicati alla soap-opera gialloverde sul blog di Beppe Grillo capita di imbattersi in una raffinata dissertazione di geopolitica. Dal titolo, “Gli Usa in un vicolo cieco?“, già si capisce la musica. Ma l’abito non fa il monaco e un titolo non fa un pezzo. Vale quindi la pena addentrarsi nella gustosissima analisi di politica internazionale firmata da Fabio Massimo Parenti, professore associato dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici a Firenze e membro del think tank CCERRI, Zhengzhou. Più che analisi trattasi di un processo sommario. Sul banco degli imputati gli Stati Uniti di Donald Trump, rei, secondo l’autore, se non di tutti i mali che hanno afflitto il mondo negli ultimi tre anni, di una buona parte. Al banco della Difesa c’è la Cina di Xi Jinping, assistita dal professore contro i soprusi dell’amministrazione Usa, che, dice lui, ha provocato da sola “un conflitto politico-strategico” e vuole combatterlo “con ogni mezzo”.
Segue una lista delle aggressioni perpetrate dalla Casa Bianca contro la Città Proibita. “Limitazioni alle compagnie cinesi all’avanguardia, con vari divieti di vendita delle controparti americane; pressioni di ogni genere contro il 5G cinese e i relativi accordi bilaterali in giro per il mondo; sostegno e provocazioni su Taiwan e Hong Kong (di quest’ultimo ne ho parlato in interviste e articoli), ove le documentate ingerenze Usa (non da oggi) sono intollerabili per la Cina; pressioni mai realmente giustificate, perché mai documentate, sullo Xinjiang; critiche e ingerenze verso i paesi che partecipano alla nuova via della seta; tentativi di allargare il campo alla competizione valutaria”.
Parenti, non ne dubitiamo, in buona fede, pecca di alcune dimenticanze. Le “pressioni di ogni genere” degli americani contro il 5G made in China, ad esempio, non nascono out of the blue, ma da dozzine di indagini dei servizi segreti sulla presenza di backdoors installate da alcune aziende cinesi che oggi si candidano a costruire e gestire la rete 5G. Né può passare inosservata, proprio nei giorni in cui la repressione della polizia filogovernativa cinese a Hong Kong contro i manifestanti si fa più violenta, l’accusa di “sostegno e provocazioni” da parte degli Stati Uniti, ovviamente senza uno straccio di prove. Quanto alle “pressioni mai realmente giustificate” sui campi di rieducazione (leggasi: internamento) cinesi dove sono rinchiusi gli uiguri nello Xinjang, si può anche sorvolare. Se un’inchiesta della BBC condotta attraverso immagini satellitari e uomini sul campo che ha fatto il giro del mondo non è considerata “documentazione” degna qualsiasi altra argomentazione è inutile.
Merita una considerazione a parte la menzione di “critiche e ingerenze” nei confronti dei Paesi che hanno aderito alla Belt and Road Initiative. È la conferma, sul blog del guru e fondatore del Movimento Cinque Stelle, il partito che al governo ha caldeggiato e rivendicato la firma sul memorandum per la nuova Via della Seta con buona pace delle richieste americane, di un orientamento consolidato e forse irreversibile. Il post di Parenti non sfuggirà alla vista degli osservatori internazionali che in queste ore hanno gli occhi puntati su Roma. Molti di loro (Come Ian Bremmer su Formiche.net) già scorgono in un nuovo esecutivo a trazione grillina un’incognita per le relazioni transatlantiche e il posizionamento estero del Paese. C’è il rischio che i pregiudizi trovino conferma, quando apriranno sul blog più letto dai grillini questo elegante e soprattutto imparziale saggio di politica internazionale.