È stata preparata nei minimi particolari la visita che il segretario di Stato Mike Pompeo farà ad Atene tra pochi giorni, all’interno di un tour che lo porterà nelle maggiori capitali europee. Washington punta forte su basi militari, gas e geopolitica alla luce dei nuovi equilibri maturati nell’Egeo. Ecco come si evolve la presenza americana nel quadrante euromediterraneo.
ACCORDO
Tre basi per sommergibili, droni e uomini, più formazione sulla cyber sicurezza, accelerazione sulle trivellazioni a Creta e nello Ionio. Sono i tre punti che premono agli Usa in anche ottica mediorientale. L’accordo rappresenta una pietra miliare nei rapporti ellino-americani e nella nuova geopolitica del Mediterraneo, con numerosi vantaggi per la Grecia sia dal punto di vista della sicurezza esterna che delle infrastrutture. La Grecia si candida così a diventare il nuovo militay hub a stelle e strisce con tre location altamente strategiche.
A Creta la base di Souda Bay verrà raddoppiata per ospitare altri sommergibili con l’obiettivo di avere una potenzialità maggiore per pattugliare sia la parte orientale del Mediterraneo dove si sta snodando il dossier energetico (Zona economica esclusiva di Cipro), sia il versante che guarda al dossier siriano e a quello libico.
Il porto di Alexandrupoli verrà interessato da una massiccia presenza di fregate e uomini americani, mentre già a Larissa sono operativi i droni UAV che controllano l’Egeo in ottica migranti e all’interno di una strategia di prevenzione delle possibile mosse di Ankara.
SCENARI
L’accordo verrà firmato dal segretario di Stato Mike Pompeo e dal premier greco Kyriakos Mitsotakis. Quest’ultimo ha incontrato ieri a New York, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Jared Kushner, consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La geopolitica è direttamente proporzionale ad altri versanti strategici ad essa connessi.
Come il dossier idrocarburi, che vede la Grecia agire in partnership con i maggiori players. Ultimo accordo in ordine di tempo investe l’area marina del Golfo Kyparissia dove entro il 2020 inizieranno le perforazioni in cerca di idrocarburi. Lo ha annunciato George Zafeiropoulos, CEO di ELPE R&D Hydrocarbons NW, intervenendo alla settima conferenza sullo sviluppo regionale tarata sui benefici per le economie locali e l’occupazione. Infatti la prospettiva di trovare una media di 120 milioni di barili significherà la creazione di 300 nuovi posti di lavoro diretti e altri 1.000 posti di lavoro indiretti. Durante i 25 anni di produzione, il prodotto sociale stimato è stimato a 3 miliardi di euro, mentre le entrate annuali dello Stato a 200 milioni di euro.
Un fronte che si lega alle nuove concessioni che lo stato greco ha previsto a Creta e nello Ionio (assegnate a player mondiali come Total, ExxonMobil e Greek Petroleum a Creta, Repsol-Hellenic Petroleum Consortium nel Golfo di Kyparissia) e alla virata green. Infatti verranno investiti circa 700 milioni di dollari per un nuovo piano energetico a cui contribuiranno lo Stato greco e la Banca europea per gli investimenti per realizzare in tutto il paese parchi eolici, impianti fotovoltaici, impianti a biomassa/biogas e centrali idroelettriche.