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Basta con la piazza e torniamo uniti. Il messaggio di Gasparri a Salvini

Il destracentro si interroghi sul proprio ruolo all’opposizione, dice a Formiche.net il senatore azzurro Maurizio Gasparri, assente nella piazza sovranista targata Fdi e Lega per scelta strategica. L’ex ministro delle comunicazioni è sì convinto dell’utilità di una coalizione unita ma senza far prevalere la pancia e la piazza su schemi e programmi. E a Salvini dice che…

Forza Italia non è scesa in piazza con Fdi e Lega: un errore o una scelta?

FI è decisa oppositrice di questo governo. Andare o meno in piazza non determina certo le posizioni rispetto al governo: chi ha manifestato le ha scandite in un certo modo, noi lo abbiamo fatto nell’azione parlamentare.

Dunque?

Vorrei dissolvere il primo equivoco di fondo: non ci sono quelli che vanno in piazza perché sono contro il governo e quelli che non vanno perché a favore. Il fatto però che sorga la domanda ci impone di riflettere su alcuni fatti.

“Per noi Matteo Salvini è un problema politico molto serio”, ha detto Silvio Berlusconi: partiamo di qui?

Noi riteniamo che si debba riaggregare il centrodestra tenendo conto di tutte le sue anime: radicali, decise, battagliere e moderate. Sono consapevole che di questi tempi l’idea di moderatismo non riscuota molto successo, anzi stia sfumando nel mondo. Jonhson chiude il Parlamento, Trump prima fa pace con la Corea e dopo litiga con i talebani. Insomma, il mondo è molto agitato e gli atteggiamenti di saggezza non scaldano i cuori, ma vorrei citare le parole di Mogol quando nella Collina dei ciliegi cantata da Battisti dice “troppe volte la saggezza è la prudenza più stagnante”. Per cui oggi conviene essere saggi o come proposto più volte da Berlusconi fare l’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam?

Cosa scegliete?

La saggezza e la costruttività: questa la posizione che nel centrodestra è la più necessaria, visto che di voci che urlano ce ne sono già troppe. Anzi, urlavano e stavano con Di Maio: anche Salvini un po’ di autocritica dovrebbe farla. Era al governo e ha innescato una crisi agostana in una notte, causando il governo più a sinistra della storia d’Italia grazie ai comunisti piddini, ai comunisti grillini e ai comunisti di Leu. Neanche il Pds di D’Alema chiudeva le feste dell’unità cantando Bandiera rossa. Vedo un regresso culturale antropologico pazzesco. E Salvini dovrebbe interrogarsi sui suoi passi. Voleva le elezioni? Anche noi. Le ha ottenute? No.

Sovranisti in piazza, europeisti già con la testa a Cairo?

Cairo è un capitolo a parte, se vorrà farà i suoi passi indipendentemente da tutti gli altri. Parliamo dei presenti. Vedo però alcune dichiarazioni del centrodestra che mi sembrano più a uso e consumo interno più che rivolte a fare l’opposizione al governo. L’uso degli argomenti per un motivo di politica interna è altra cosa rispetto a programmi e strategie. Io invece dico: né liscia, né gassata, ma Ferrarelle.

Né in piazza, né col governo ma verso cosa?

Nel senso che tra la troppa saggezza e la troppa piazza preferirei un’opposizione che certamente va in piazza quando serve, come nella sciagurata ipotesi che questo governo metta le mani nelle tasche degli italiani, ma che costruisca una alternativa politica solida. Insomma un progetto unitario.

Pinuccio Tatarella diceva che i tempi in politica valgono più delle idee. Salvini li ha sbagliati?

Sì, siamo usciti dal Senato con il “buone vacanze” della presidente Casellati per poi riconvocarci tutti 24 ore dopo. Non si è dimesso, ha fatto la mozione di sfiducia, l’ha ritirata: questa crisi sarà studiata fra trent’anni negli annali per bizzarria politica. La Lega oggi si agita molto ma va ricordato che è stata al governo con Di Maio. A Savini, con il quale voglio essere alleato, chiedo: perché una settimana fa ha proposto ancora Di Maio premier? Chi è senza errore scagli la prima pietra, per cui il problema non è chi è andato in piazza o chi non è andato, come diceva Nanni Moretti in un film.

Che futuro ha il centrodestra o, come è stato ribattezzato, il destracentro?

Vorrei che marciassimo, assieme, pur nelle nostre diversità perché se una coalizione è monocorde o monocolore non riese ad avere il risultato auspicato. Vedo all’orizzonte la polifonia del centrodestra, ma indubbiamente vi sono delle diversità che possono aumentare il raccolto della coalizione. E le manifestazioni, quindi, si concordano. Da domani dovremo usare ago e filo, per sanare le lacerazioni. E ricordo che chi avrà più voti abbia anche più doveri.

twitter@FDepalo

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