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La Germania, il rigore e il bazooka. Barba Navaretti legge Draghi

L’ultimo colpo di Mario Draghi, ricaricare il bazooka. Ancora una volta dalle parole si è passati rapidamente ai fatti, con il governatore uscente della Banca centrale che ha dato un altro saggio della sua filosofia, impregnata di quel whaterver it takes che l’ha reso famoso (qui un recente approfondimento di Formiche.net). Questa mattina si è riunito il penultimo board della gestione Draghi, che ha approvato un pacchetto di misure con cui dare da una parte una spinta all’inflazione ed evitarne la caduta, dall’altra contribuire al sostegno dell’intera economia dell’Eurozona. E che ha portato lo spread italiano a 140 punti base, quasi 10 punti in meno dell’apertura di giornata.

LE TRE ZAMPATE DI DRAGHI

Tre gli assi portanti dell’ultima azione del governatore, pronto al passaggio di testimone con Christine Lagarde. Taglio dei tassi sui depositi, un nuovo Qe con cui acquistare a pacchetti mensili da 20 miliardi e nuove condizioni delle Tltro, le aste di liquidità finalizzate ai prestiti, che saranno anche più lungo del previsto. E poi, la Bce ha modificato la forward guidance: non sono più previsti termini precisi, come era accaduto finora, la politica ultra espansiva resterà in vigore finché necessario. Nell’ordine, i tassi sui depositi presso la Bce sono stati portati al -0,50% (da -0,40), in discesa di 10 punti base “fino a che non si vedranno le prospettive di inflazione convergere a un livello sufficientemente vicino, ma al di sotto, del 2%”.

TORNA IL BAZOOKA

La seconda mossa è il ritorno del famoso bazooka, ovvero l’acquisto massiccio di bond sia pubblici sia privati. Ha lanciato un Quantitative easing da 20 miliardi al mese, a partire dal primo novembre prossimo ma “senza termine definito”. In altre parole resterà in vigore per il tempo necessario a rinforzare l’impatto dei tassi e fino a poco prima l’inizio del rialzo”. Francoforte continuerà inoltre a reinvestire totalmente i titoli in scadenza, fin oltre il rialzo dei tassi di interesse e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli. Draghi è stato chiaro: la Bce ha ancora ampio spazio per acquistare titoli senza doverli modificare. L’ultima misura varata dal board odierno riguarda l’estensione da due a tre anni della durata delle Tltro, le aste di lungo termine, le cui modalità cambieranno in modo da “preservare favorevoli condizioni per i prestiti bancari, assicurare una trasmissione senza intoppi della politica monetaria e sostenere ulteriormente l’orientamento espansivo della politica monetaria”.

L’ATTACCO TEDESCO

Un po’ c’era da aspettarselo. La Germania alle prese coi venti della recessione, non ha gradito la nuova spinta di Draghi verso una politica monetaria accomodante. Molto duro l’economista del centro Leibniz per la ricerca economica europea (Zew), Friedrich Heinemann, secondo il quale, come riportato dall’agenzia Agi, il pacchetto deciso a Francoforte “va ben oltre il sostenibile” ed è un male che “i critici di ulteriori acquisti di titoli non siano riusciti a imporsi su Draghi”. A detta dell’esperto, con le sue decisioni il consiglio Bce invia “un segnale pericoloso agli altri Paesi” dell’Eurozona. Più articolata la reazione di Clemens Fuest, il presidente dell’autorevole istituto Ifo: “A perdere dai tassi in calo sono i risparmiatori, non le banche. In presenza di un peggioramento congiunturale e del calo delle aspettative sull’inflazione la decisione della Bce e’ sicuramente comprensibile. Al tempo stesso risulta chiaro che la politica monetaria e’ giunta ai suoi limiti e che devono arrivare stimoli alla crescita da altri ambiti della politica, soprattutto nel senso di riforme economico-politiche e migliori condizioni di quadro per investimenti privati e pubblici”. Infine, a detta del presidente dell’associazione bancaria tedesca, Hans-Walter Peters, le misure annunciate da Draghi (che però hanno riscosso l’elogio di Donald Trump per la tempestività di Draghi) si basano invece su “aspettative sbagliate”, dato che la paura di una deflazione nella zona euro “non è riconoscibile a nessuna latitudine”.

IL COMMENTO DI BARBA NAVARETTI

Formiche.net ha chiesto un commento a Giorgio Barba Navaretti, economista e docente di Economia politica presso l’Università di Milano. “Credo che dalla riunione odierna del consiglio della Bce siano emerse due indicazioni importanti. La prima è che l’ulteriore taglio dei tassi sui depositi verranno compensate da apposite misure a sostegno delle banche. Le quali, con la riduzione del costo sui depositi, finiscono con vedersi aumentare gli oneri e allora devono avere qualcosa in cambio. In questo senso la Bce ha previsto delle misure con cui compensare questo taglio”, spiega l’economista. L’altro aspetto è l’indicazione che lo stesso Draghi ha dato ai governi dei Paesi membri. E cioè, che i Paesi che hanno spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici dovrebbero utilizzarlo in maniera efficace e tempestiva per fronteggiare la situazione economica più difficile. “Non significa altro che aprite i cordoni della borsa, un messaggio rivolto in particolare alla Germania. Draghi ha invitato ad attuare una politica fiscale espansiva anche a chi finora ha praticato il rigore. Ma attenzione a non pensare che il rigore sia finito. L’Europa ha comunque bisogno di vincoli di bilancio precisi, perché è un po’ come un condominio: tutti devono essere in regola con le spese. In questo un ragionamento su un nuovo Patto di Stabilità richiede molta calma e lucidità”.

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