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Lo sguardo dei cattolici verso il Pd e Italia viva. Il commento di Mario Giro

Il governo Monti salvò l’Italia dalla caduta economica; il governo Conte 2 deve salvare il nostro paese dalla crisi morale. La polarizzazione dell’odio e del disprezzo seminata in questi anni ha raggiunto punte mai viste. Il sovranismo ha cercato (e cercherà ancora) di cambiare la natura e l’indole degli italiani, istillando la cultura del nemico, dividendo i cittadini in “buoni italiani” e “traditori della patria”, mettendosi sotto i piedi la costituzione e le regole. Tale programma esiste ancora e non è solo italiano: è europeo.

Per i cattolici tutto ciò è inaccettabile perché mira a trasformare la chiesa in una setta etno-nazionalista. Da qui si spiegano i ripetuti attacchi al Papa e alla “chiesa in uscita”. Questo è rilevante anche per chi, da cattolico, si impegna in politica o vuole farlo. Sorgono tra i cattolici alcuni movimenti nella direzione di una ripresa di iniziativa in tal senso. Prima in ordine di tempo, Democrazia Solidale è nata un anno fa proprio da tale esigenza e si è già cimentata nelle prove elettorali regionali, amministrative e europee, ad esempio facendo eleggere Pietro Bartolo –il medico di Lampedusa- al parlamento europeo con 270.000 preferenze in due circoscrizioni.

Iniziare una nuova forza politica basata sui valori del cattolicesimo sociale e democratico, è compito arduo che necessita chiarezza di spirito e modestia. La società è in fermento: anche se siamo di fronte a “paure indotte”, la predicazione dell’odio si è imposta fin dentro il mondo cattolico. Il fatto che tra i praticanti siano in tanti ad affidarsi al sovranismo rappresenta una ferita aperta. Come forza ispirata alla cultura politica cattolica e democratica, DemoS ha un’identità chiara ma non contrapposta, che non separa il “sociale” dalla “morale”. Ci preoccupano il crollo del noi, la fine delle reti e gli attacchi ai corpi intermedi, la solitudine e la diffusione di un agnosticismo sociale e politico oltre che etico. In una società atomizzata crediamo in istituzioni vicine, che non promettano paradisi ma cerchino almeno di evitare gli inferni. E’ la politica dell’“ultimo miglio”, della cura, manutenzione e presenza, non del leaderismo. Serve una forza politica che metta al primo posto vita quotidiana e buon governo, a partire da sanità e scuola, fino all’ambiente, lavoro e politica del territorio nel solco della Laudato Si.

Libera dai condizionamenti di un vecchio ceto politico nostalgico del centrismo, DemoS si pone il problema dei gravi processi sociali in corso: l’invecchiamento demografico e la denatalità, l’erosione del welfare gettato sulle spalle delle famiglie, l’abbandono di interi territori o il loro inquinamento, quello delle periferie urbane. Vanno anche date risposte in termini di mobilità ed economia civile, risolvendo il tema dei migranti e riprendendo l’iniziativa in politica estera. Da cattolici ci battiamo assieme ad altri per una società meno atomizzata, per l’eguaglianza, per il superamento della logica neo-liberista, per la cultura del dialogo e del ragionevole confronto.

Da che parte operare nello scacchiere politico attuale? Certamente non dalla parte distruttiva del sovranismo o dei suoi alleati, che attentano all’integrità stessa della chiesa. Troppo ambigua è stata già la stagione dell’infatuazione per la vecchia Forza Italia (su quella attuale vedremo…). Il rapporto con il PD (soprattutto ora che governa con il M5S) è di conseguenza una opzione percorribile, consci delle differenze. Ora ad esso si aggiunge quello con ItaliaViva di cui ancora non sono ben chiari i tratti programmatici. Si tratta in entrambi i casi di relazioni dialettiche e di reciproco rispetto, radicate nella storia politica del centrosinistra tra prima e seconda repubblica.

La scriminante oggi è tra chi difende la Costituzione e chi la disprezza: non si può rimanere “neutrali”, “terzi” o “quarti”. Davanti al rischio di autoritarismo e di “orbanismo” ogni isolazionismo è fuori-tempo e fuori-scala: la posta in gioco è l’unità della società e dell’Italia stessa, l’unità della chiesa e dell’Europa. In tale decisiva battaglia Democrazia Solidale sta compiendo il suo percorso aperta ad ogni contributo, in specie del mondo cattolico, come ad altre storie, agli apporti della società civile organizzata e del terzo settore, del civismo e così via. Sulla strada del rinnovamento proviamo ad essere il “partito del noi” e non del leader: una forza politica sensibile alle urgenze della società e delle persone. Difendere la vita e tutte le vite, in specie quelle dei soli, dei più poveri, degli ultimi e dei penultimi, come anche la vita dell’Italia e dell’Europa democratiche, della terra e della natura, è il nostro sogno.

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