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Cernobbio benedice il governo giallorosso

Cernobbio – Non è questione di essere filogovernativi, anche se quello è un elemento comunque presente. Il tema è più vasto e, se possibile, assai più profondo. Ed attiene al rapporto tra establishment ed equilibri politici, un rapporto che le elezioni del 2018 hanno reso precario. Ebbene già dalla prima giornata del summit Ambrosetti a Cernobbio si capisce che l’aria è cambiata, eccome se è cambiata.

Infatti nell’uggioso venerdì di apertura dei lavori del più importante “vertice” annuale dell’Italia che conta si raccolgono solo sorrisi e sguardi compiaciuti. Una soddisfazione che è palpabile per almeno tre motivi, come tre sono i soggetti più importanti della politica nazionale. C’è soddisfazione perché i timori (fortissimi nel 2017 ma ancora presenti l’anno scorso) di una incomunicabilità totale tra questo mondo e il M5S sono quasi del tutto svaniti. Il movimento ha preso le misure al palazzo e viceversa, con il presidente Conte nel ruolo di supremo garante di questo nuovo patto di collaborazione.

Ma c’è qui motivo di sorridere anche per l’uscita del governo della Lega, pur essendo questo un mondo istintivamente non ostile ad alcuni dei temi cari a quella parte politica (ad esempio sul fronte fiscale). E la ragione è presto detta: qui nessuno vuole un’Italia ai margini dell’Europa, cioè un po’ quello che il sovranismo spinto del Capitano ha lasciato intendere e che trova pochissimi adepti nei vertici d’impresa, pubblica o privata che sia. Infine c’è il ritorno al governo del Pd, che in questo mondo piace a tutti o quasi, compresi quelli che di sinistra non sono. Il motivo? Quello è l’unico partito cui tutti hanno preso le misure, di cui tutti conoscono pregi e difetti, di cui tutti inquadrano perfettamente gli interlocutori (per nel mutare dei ruoli).

In fondo l’establishment chiede sempre la stessa cosa: cioè stabilità. Esattamente quella condizione che il governo giallo-verde ha mostrato di non saper garantire.
Sia dunque chiaro a tutti: quel che resta del gotha nazionale accoglie il Conte Bis con un sospiro di sollievo: profondo, meditato, cercato. Ne prenda nota il Capitano Salvini. Come diceva Enrico Cuccia, i voti si contano ma, soprattutto, si pesano.


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