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La Cina si prenota per il Conte 2 (e sul 5G gli Usa si organizzano con la Polonia)

La Cina non sembra temere l’avvento di un esecutivo italiano a tinte giallorosse, con il quale spera anzi di rafforzare una relazione che negli ultimi anni l’ha vista in ottimi rapporti con tutti i governi che hanno visto nelle loro fila Pd e Movimento 5 Stelle.

GLI AUSPICI DI PECHINO

A dirlo, senza nascondere le attese, è stato Geng Shuang, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, che in conferenza stampa ha spiegato che la Repubblica Popolare “è pronta a lavorare con il nuovo governo italiano per continuare a promuovere una cooperazione pragmatica, in modo da ottenere risultati vantaggiosi per tutti”. Cina e Italia, ha spiegato, sono partner strategici integrati l’uno con l’altro. E ha poi aggiunto che Pechino “attribuisce grande importanza allo sviluppo delle relazioni con l’Italia”, unico tra i Paesi G7 ad aver aderito al progetto infrastrutturale e geopolitico della nuova Via della Seta.

I LEGAMI CON 5S E PD

In realtà, ha raccontato più volte Formiche.net, quello tra la Cina e i due partiti che potrebbero presto essere assieme al governo è un legame strettissimo ormai da tempo. Sono note le diverse aperture fatte negli anni dai Dem agli investimenti strategici di Pechino, che hanno rappresentato un elemento di continuità in tutti gli ultimi governi guidati da un esponente del Nazareno. Più recentemente, invece, pezzi importanti del Movimento 5 Stelle non hanno mai celato di vedere di buon occhio una presenza del colosso cinese delle telco Huawei – al centro dello scontro tech tra Washington e Pechino – nelle nuove reti 5G.

L’ESEMPIO POLACCO

Proprio sul fronte delle nuove reti mobili di quinta generazione è giunta oggi una novità che potrebbe costituire un valido modello per la Penisola. Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, e il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, hanno firmato oggi a Varsavia una dichiarazione congiunta sulla sicurezza nel quadro della costruzione e dello sviluppo del 5G. Una scelta, questa, che nasce dalla consapevolezza che le scelte tecnologiche che si compiono in un determinato Paese possono mettere a rischio anche le comunicazioni degli alleati. Pertanto, la Polonia ha deciso di compiere questo passaggio in autonomia – avvalendosi di fornitori ritenuti affidabili come la svedese Ericsson – ma confrontandosi e collaborando con gli Stati Uniti nella preparazione di adeguate misure di sicurezza.

OTTIMISMO CINESE (E PERPLESSITÀ INTERNAZIONALI)

In Italia, invece, si è ancora in fase di stallo. E ripercorrendo la cronaca degli ultimi anni si comprende meglio l’ottimismo della Cina, già intenta a ‘prenotarsi’ per interloquire in modo privilegiato anche col prossimo esecutivo. Nessuno sembra invece curarsi troppo degli effetti che il lento distacco di Roma dalla sua tradizionale collocazione euro-atlantica sta comportando. L’adesione alla Bri, le titubanze sul 5G, il silenzio su Hong Kong, ha evidenziato questa testata con articoli e interviste, sono tutti segnali di uno scivolamento verso Oriente che preoccupa gli alleati (nonostante le parole rassicuranti spese in questi mesi dal presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte), e che rischia ben presto di isolare ulteriormente la Penisola sul piano internazionale, come lasciano presagire alcuni preoccupanti indizi raccolti durante l’ultimo G7 di Biarritz. Invertire questa rotta si può, anzi, si deve, prima che sia troppo tardi.



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