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L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Conte, Gentiloni, Renzi e Zingaretti. Le pagelle giallorosse di Cacciari

Piano con i facili entusiasmi. Massimo Cacciari, filosofo e saggista, guarda corrucciato al governo giallorosso in fasce. La nomina di Paolo Gentiloni come commissario agli Affari economici è una buona notizia, dice a Formiche.net, ma sui conti non bisogna fare melina, i numeri del debito parlano da sé. La strana alleanza può fare evaporare l’identità delle due forze politiche. La palla ora è in mano a Nicola Zingaretti.

Professore, lei ci crede al nuovo corso europeista dei giallorossi?

Penso che sia autentico. O meglio, il governo non ha alternative a questa strada. C’è da rallegrarsi che almeno la linea sull’Europa sia stata aggiustata. Rimangono dei dubbi.

Quali?

Fa una certa impressione vedere un ex presidente e un ex vicepresidente del Consiglio che erano alleati con Salvini giocare ora alla parte degli europeisti. Mi chiedo perché per quattordici mesi non ci abbiano mai pensato. Ma c’è poco da sorprendersi. Siamo in un periodo storico in cui l’arte della politica si è ridotta al trasformismo assoluto.

Gentiloni commissario agli Affari economici. È un successo per l’Italia?

Non facciamoci ridicole illusioni. I conti economici sono una questione aritmetica. Ci sarebbe da essere ottimisti se l’Italia decidesse di metterli a posto e inaugurasse una stagione virtuosa per il debito. Se non lo farà saranno i mercati a farci fuori, non l’Ue. Un Paese che ha 2500 miliardi di euro in debito pubblico non ha bisogno di una mano esterna per andare in malora.

Il feeling con l’Ue non cambia nulla?

L’immigrazione è davvero l’unico campo dove l’Ue può darci una grossa mano. Vedremo se agli slogan seguiranno i fatti. Il punto di partenza è concordare un’equa distribuzione dei poveretti pescati nel Mediterraneo e un sistema di ricollocazione fra Paesi membri in cui nessuno sfugga alle sue responsabilità. Se il governo riuscisse a strappare un accordo del genere a Bruxelles si ritroverebbe in mano una formidabile arma per mettere fine alla propaganda di Salvini.

Pd grillizzato o Cinque Stelle inglobato dalla sinistra, come finirà?

Sono ormai due movimenti completamente destrutturati al loro interno. La palla è nelle mani del segretario Nicola Zingaretti e del gruppo dirigente dem. Se decideranno convintamente di diventare l’asse portante di questa maggioranza non c’è dubbio che potranno mantenere una propria identità. Se invece il Pd dovesse continuare a litigare e dividersi come in passato il rischio di perderla sarebbe molto reale.

L’operazione Renzi per far nascere il governo è genuina o ha secondi fini?

Ma certo che è genuina, almeno per i suoi interessi. Se fosse andato a votare avrebbe perso di colpo la maggioranza dei gruppi parlamentari. Per il momento Renzi è il primo a sperare che il governo funzioni e proceda fino al vero traguardo, l’elezione del presidente della Repubblica.

Che impressione le ha fatto il premier? C’è anche chi lo definisce uno statista.

Oggi non lo è, speriamo lo divenga nel prossimo futuro. Non si può chiedere troppo a questa gente. Sono capaci di tutto e l’opposto di tutto, la perfetta espressione dell’attuale cultura politica.

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