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5G e influenza cinese, i timori Usa su Huawei si allargano al Golfo

Il 5G in mani cinesi? Per gli Stati Uniti è una preoccupazione globale e non solo relativa all’Europa, come dimostra un nuovo alert, rivolto questa volta da Washington agli alleati nel Golfo.

LO SCENARIO

Da tempo, racconta Formiche.net, gli Usa avvertono i partner più stretti dei pericoli derivanti dall’implementazione di apparati prodotti da compagnie cinesi come Huawei o Zte. E il pressing sui colossi di Pechino – come dimostrano le ultime accuse rivolte negli Usa al gigante di Shenzhen – non accenna a calare. Anzi, si espande.

IL MESSAGGIO DI PAI

Il messaggio americano – riporta Reuters – è stato rivolto dal presidente della Commissione Federale per le Comunicazioni Ajit Pai durante una visita in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, tutti Paesi che utilizzano apparecchiature di Huawei.
Anche in questo caso, in gioco, potrebbe esserci la condivisione importanti informazioni di intelligence. Il Bahrein ospita la Quinta flotta della Marina degli Stati Uniti, mentre negli Emirati Arabi Uniti ci sono soldati americani che sostengono le operazioni militari statunitensi nella regione. E Washington ha già detto che prevede di collocare militari in Arabia Saudita come parte di un più ampio spiegamento nell’area.

LA QUESTIONE 5G

Le implicazioni di sicurezza legate al 5G e al ruolo di Pechino nello sviluppo delle nuove reti mobili ultraveloci sono in cima ai pensieri di Washington, che ne sta ancora discutendo con l’Italia e con tutti i partner europei e Nato, cercando di sensibilizzarli (mentre oltreoceano la Casa Bianca ha già assunto provvedimenti specifici, inserendo Huawei in una ‘black list’ del Dipartimento del Commercio che di fatto impedisce alle compagnie americane di fornirle componenti, software o altro). Secondo produttore di smartphone al mondo dietro alla sudcoreana Samsung, e davanti all’americana Apple, Huawei è da tempo una osservata speciale da parte dell’amministrazione Usa, che teme l’espansionismo cinese condotto attraverso le nuove tecnologie, in particolare le nuove reti mobili ultraveloci di nuova generazione, oggetto di una vasta campagna diplomatica da parte del Dipartimento di Stato.

I TIMORI DI WASHINGTON

In particolare, gli Usa, soprattutto attraverso il diplomatico cyber Rob Strayer, hanno a più riprese avvisato i Paesi partner e alleati che affidarsi a tecnologia cinese – in particolar modo nello sviluppo del 5G – potrebbe influire sulla capacità americana di condividere informazioni di intelligence con gli alleati. La Casa Bianca teme infatti che i giganti tech del Paese asiatico possano diventare strumenti di spionaggio della Repubblica Popolare, anche per effetto di una legge sull’intelligence che obbliga le aziende cinesi a collaborare con la madrepatria. Inoltre, la rete 5G comporterà notevoli cambiamenti, connetterà una vasta moltitudine di dispositivi Iot – dalla mobilità alla telemedicina – e per velocità supererà in prospettiva di 100 volte quella attuale delle reti 4G. Per gli Usa sarebbe quindi un rischio dare alla Cina l’ipotetica possibilità di poter “spegnere” infrastrutture strategiche o l’erogazione di servizi essenziali. Ed è su questo terreno, nel quale si intersecano dispute commerciali e nuove necessità di sicurezza, che si gioca il duello globale, sempre più acceso e strategico, tra Washington e Pechino.



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