Skip to main content

La destra sovranista da sola non basta (neanche in Umbria). Parla Polidori (FI)

In Umbria, confida a Formiche.net Catia Polidori, vicecapogruppo degli azzurri alla Camera e coordinatrice regionale del partito, Forza Italia e il centrodestra hanno una straordinaria occasione: presentarsi uniti alle regionali del prossimo 27 ottobre, per raddrizzare le sorti di una Regione azzoppata dall’amministrazione piddina, come il caso sanitopoli dimostra. E guardando al futuro osserva: “La destra sovranista da sola non basta”.

In Umbria Salvini apre nuovamente alla coalizione di centrodestra: ha ascoltato anche i suoi consigli?

Questo non lo so, di certo devo dire che in tutte le Regioni c’è stato un accordo fondamentale con il centrodestra che ha mostrato una grande tenuta. Non è mai stata messa in dubbio, credo mai da Salvini e sicuramente mai dal mio partito, la possibilità di presentarci uniti alle urne soprattutto in Regioni come questa dove non abbiamo mai governato.

Quale il candidato ideale?

È la senatrice Donatella Tesei, che ha una esperienza come sindaco di Montefalco. Crediamo che il suo profilo di avvocato possa contribuire a fare di lei il nome giusto. Segnalo che sul nome del candidato non c’è stata discussione, è la prima volta che accade in Umbria. Ogni partito ha proposto dei nomi, ma subito ci siamo stretti sulla Tesei che, non solo reputiamo vincente, ma anche in grado di saper bene governare.

Cosa ha capito Salvini dopo l’incontro con Berlusconi dell’altro giorno?

Quando si vedono, si confrontano: lo fanno spesso. E secondo me hanno ritrovato un filo comune, confermando l’intenzione di correre insieme alle regionali.

Come possono coesistere nella stessa coalizione liberalismo, popolarismo e sovranismo?

Abbiamo già tanti casi, accade in Lombardia, Liguria, Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Abruzzo. Il livello locale si declina sulle necessità delle persone, quindi esiste certamente una contrapposizione tra gli ideali di gestione regionale e comunale tra noi e il Pd, ma per noi si tratta di dover subentrare dopo 70 anni di occupazione comunista in Umbria e offrire una risposta ai mille problemi che ci sono. Il caso Sanitopoli è stato eclatante, come denunciato dai cittadini sul clientelismo e sulla mancanza di possibilità uguali per tutti. Per cui noi proponiamo lavoro e non assistenzialismo puro: sono questi i due temi in cui il centrodestra ha investito in tutte le Regioni, preoccupandosi meno dei temi sovranazionali che sono demandati ad altri livelli.

Berlusconi ha detto che l’opa di Salvini sul centrodestra è fallita. È così?

Credo che chi ha voluto lasciare Forza Italia lo abbia già fatto, e anche in tempi migliori. Di certo FI non sta vivendo uno dei suoi momenti più esaltanti, ma non credo che ci sia questa possibilità, come ha giustamente osservato il Presidente Berlusconi. Anzi, vedo un grande orgoglio nella salvaguardia dei nostri valori.

Che ruolo può giocare la strategia centrista di Renzi nei futuri equilibri del centrodestra?

Ancora vorrei vederlo, perché non è chiaro. Personalmente penso che, dopo aver fatto di tutto per non portarci al voto, credo abbia voluto rimarcare il suo ruolo. In questo senso valuto la scissione, per non volersi fondere all’interno di un’unica voce. Conoscendo Renzi per ciò che ha fatto al governo, credo che ci si possa aspettare un po’di tutto. Magari a breve non si misurerà nemmeno in Umbria, ma si paleserà da qualche altra parte alle prossime regionali per capire quanto pesa, al di là dei sondaggi.

Il capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida, da queste colonne ha detto che il centrodestra non può ripetere gli errori del passato e che dovrà mettere alcuni paletti chiari anche sui rapporti europei. Che ne pensa?

Per quello che ci riguarda, FI resta ancorata nel perimetro del Partito Popolare Europeo, come da sua tradizione liberale e moderata. Per noi è un faro imprescindibile. Credo anche che non ci possa essere una trazione di destra solo sovranista, non risponderebbe alle esigenze economiche dell’Italia. Lo vediamo concretamente in molti esempi europei, quindi dovremmo avere una lungimiranza delle scelte di oggi nell’ottica dell’Europa di domani.

twitter@FDepalo

 



×

Iscriviti alla newsletter