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La svolta verde? A destra. Intervista a Francesco Lollobrigida (FdI)

Chiarezza di alleanze e direzioni, elezione diretta del Colle e un green new deal di destra per andare oltre il gretismo. A poche ore dalla kermesse di Atreju, a cui quest’anno hanno preso parte anche il premier Giuseppe Conte e il premier ungherese Viktor Orban, il capogruppo di Fdi alla Camera Francesco Lollobrigida perimetra con Formiche.net il raggio d’azione della destra e dei suoi alleati.

Da Atreju quali spunti per il centrodestra di domani?

Lavoriamo per un centrodestra basato sulla chiarezza, che non può ripetere gli errori del passato e che dovrà mettere alcuni paletti chiari anche sui rapporti europei. Oggi l’area che fa riferimento a FdI e Lega è ampiamente maggioritaria, chiaramente patriottica e che vede nella sovranità nazionale un elemento fondamentale per la costruzione di un’Europa dei popoli e delle nazioni che si confrontino senza avere alcun subalternità ad assi preconfezionati. Come quello franco-tedesco che, evidentemente, ha dettato le regole fino ad ora in Ue, vincolando e penalizzando altri Paesi come l’Italia.

Cosa è emerso dalla kermesse di Fdi?

È emersa la chiarezza anti inciucio rimarcata da Giorgia Meloni nel suo intervento, la condizione fondamentale per le future alleanze: questa volta sia FI che Lega si impegnino a rappresentare in un eventuale governo futuro esclusivamente le alleanze presentate ai cittadini prima delle elezioni. Per cui mai col Pd, mai col M5S.

Silvio Berlusconi ha detto che l’opa di Salvini sul centrodestra è fallita. Che ne pensa?

Se questa affermazione l’avesse fatta FdI avrebbe avuto più senso. Oggi rispetto alle ultime politiche noi abbiamo raddoppiato i consensi, la Lega anche, mentre FI ne ha meno di un terzo. Io non so se Salvini avesse o meno l’intenzione di avanzare un’opa per escludere gli altri, ma oggi vedo un cambio netto di equilibri con un rafforzamento eccezionale della Lega e di FdI, con un ruolo meno centrale di FI.

La destra è in testa nei sondaggi ma al governo ci sono Pd e M5s. Chi ha sbagliato?

Alcune forze politiche credono che, asserragliandosi nel palazzo, potranno sopravvivere e riorganizzarsi: mentre ricordo che quando si tradisce il voto popolare, poi il popolo presenta il conto. Il trasformismo paga solo sul momento, ma non in prospettiva. M5S e Pd prima hanno raccolto voti, gli uni contro gli altri, con l’impegno a non allearsi preso dinanzi ai propri elettori ma poi, complici le regole costituzionali che prevedono accordi a prescindere dal tipo di voto, si trovano a governare.

Quale l’alternativa?

L’elezione diretta del Capo dello Stato, in modo tale che sia davvero autorevolmente rappresentativo della volontà popolare e non si abbia più il dubbio che sia condizionato, in scelte e interpretazioni, da chi lo ha eletto nel palazzo.

Nell’ultimo anno la politica estera italiana è stata caratterizzata da molti silenzi su dossier chiave, come la Libia. L’Italia rischia l’indifferenza internazionale?

Non ci rassicura affatto il fatto che si siano precipitati in Italia il presidente tedesco e quello francese, anzi, ci ha dato l’impressione che volessero ribadire, come in una terra di conquista, il loro ruolo chiave nella formazione di questo governo. Con Parigi ci sarebbe davvero da chiarire cosa accade in Libia, dove le nostre aziende vengono indebolite a vantaggio di quelle francesi a causa di un atteggiamento scorretto del presidente Macron nello scontro tra Serraj e Haftar. La Francia si è posizionata in contrasto con quelle che erano le direttive della comunità internazionale. Sul punto l’Italia si è dimostrata debole ed il governo incapace di reagire in modo adeguato. Per cui l’idea che questo governo sia stato sostanzialmente creato in laboratorio a Bruxelles e imposto agli italiani per avere una sudditanza politica nei confronti dell’asse franco tedesco, mi sembra evidente. E sul fronte estero ci indebolisce: ogni volta che l’Italia prova ad alzare la testa, ma sempre nell’ottica di un atlantismo indiscutibile, ci arriva una mazzata come accadde nel 2011 con governi contro la volontà popolare.

Green new deal. La destra cosa propone come alternativa al gretismo?

La destra propone da sempre una posizione meno ideologica che affronti i temi ambientali riscoprendo alcune caratteristiche. L’attacco della sinistra al consumismo è stato un elemento che ha pregiudicato un rapporto sano con l’ambiente, che la cultura tradizionale ha mantenuto inalterato. Oggi riuscire a eliminare la burocrazia, rafforzando la mobilità sostenibile e dando la possibilità a tutti di avere normative per incentivare la riconversione delle aziende con minor impatto ambientale, sarebbe un ben risultato. Ieri ad Atreju ho raccolto l’opinione di un imprenditore italiano che raccontava quanto in Italia siano complesse le norme per un semplice monopattino o per le bici eco. In questo modo si disincentiva chi investe in quel campo. Senza dimenticare chi dall’ambiente trae il proprio sostentamento e le proprie passioni, come gli allevatori e gli agricoltori, che vanno sostenuti nell’ottica di voler restituire un rapporto sano con il settore green. Oggi invece non si aiutano le aziende e si desertificano i piccoli borghi.

twitter@FDepalo


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