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Le elezioni in Sassonia e il futuro della GroKo

Frau contro. Dopo la buona performance dei nazionalisti di Afd alle regionali di Sassonia e Brandeburgo, le donne al vertici di Cdu (Annegret Kramp Karrembauer) e Afd (Anne Will) sono su posizioni agli antipodi. La prima deve registrare il meccanismo della sua leadership, dopo l’investitura merkeliana dello scorso gennaio, ma intanto accusa un’altra battuta di arresto che vale un meno 7%. La seconda, che un sondaggio vedrebbe bene in alleanza proprio con i cattolici, punta in alto e vede quantomeno la messa in crisi della GroKo. E a sorpresa i liberali aprono.

SASSONIA

Se la Cdu esclude l’ipotesi di alleanza con Afd, un sondaggio dice il contrario. Il primo ministro della Cdu Michael Kretschmer ha escluso categoricamente una fusione del suo partito con l’AfD ma il 49% ritiene che la Cdu non dovrebbe escludere la cooperazione con l’AfD. Akk intanto annuncia una rivoluzione nella Cdu: rinnovo spinto sui contenuti e su un nuovo concetto di comunicazione dopo i tentennamenti dell’ultimo semestre. Chiude a possibili alleanze con AfD. Ma potrebbe non essere sufficiente.

Che il clima sia infuocato, per la morbida e politicamente corretta partitocrazia tedesca, lo si comprende dall’analisi di Friedrich Merz, candidato alla guida della Cdu sconfitto da AKK sette mesi fa e uomo di raccordo con il mondo della finanza. Non solo avverte i vertici del suo partito (“Trovo estremamente preoccupante il risultato dell’AfD”) ma certifica che Cdu e Spd sono uscite “con un occhio nero” dalle consultazioni, definendole “non all’altezza”. E osserva: “Stiamo affrontando un grosso problema in tutta la Germania” prima di calare l’asso.

LA SITUAZIONE DI CRISI

La Cdu non ha solo un problema di mobilitazione, ha affermato Merz, conscio che il partito in zone come quella in cui si sono celebrate le elezioni ha “pochi membri credibili e candidati credibili”. Inoltre, la densità dei membri nella Germania orientale corrisponde a solo la metà di quelli nella Germania occidentale. Il nodo però non è cerchiato solo nell’exploit dei nazionalisti, ma va ricercato anche nelle politiche che hanno fatto perdere consensi alla Cdu nelle regionali dello scorso ottobre, quando la cancelliera maturò la decisione di passare la mano del partito.

POSSIBILI ALLEANZE?

Un pertugio in cui spicca la presa di posizione dei liberali di Fdp, che con il numero 2 Wolfgang Kubicki aprono al dialogo con l’AfD e con i suoi elettori, consapevoli che in questo momento non serva “emarginare”. E ha osservato che bisogna trattare l’AfD e i suoi elettori in modo più aperto e più comunicativo, “non solo marchiare tutto automaticamente come radicali di destra, che non piacciono”.

È altresì evidente come, nonostante partiti tradizionali abbiano perso voti alle elezioni parlamentari di domenica, dopo la fase di consultazioni probabilmente troveranno la quadra per governare. Ma l’AfD si è affermato come il secondo partito più forte in entrambi i paesi, per questo si apre ufficialmente il dibattito su come gestire l’ondata populista di destra in un momento di forte debolezza della Cdu.

SCENARI ALL’ORIZZONTE

Peggio è il quadro in cui gravitano i scialdemocratici della Spd, crollati di un altro 5%. Secondo il capo del partito, Lars Klingbe, occorre una riforma radicale in molti settori, in primis quella commissione politica organizzativa che sta mettendo a punto proposte e un nuovo manifesto che dovrebbe contenere al proprio interno anche una riduzione della leadership e dei macro organi decisionali, ricostruendo i comitati di partito (ovvero quelle che in Italia si chiamano sezioni). Il problema vero però resta quello dei temi sociali e classicamente perimetrati nell’ottica della socialdemocrazia, su cui la Spd è stata battuta dai Verdi che in un solo semestre hanno centrato il 20% dei consensi.

Lo dimostra il fatto che a Brandeburgo prende quota la cosiddetta coalizione Kenya, proprio con i Verdi in soccorso del primo ministro uscente Dietmar Woidke (Spd) e del candidato della Cdu Ingo Senftleben. Solo con l’appoggio della green Ursula Nonnemacher il governo locale avrà reali chanches di partire. Passaggio che potrebbe essere anticamera di una ridefinizione degli equilibri in seno alla GroKo.

twitter@FDepalo

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