“La generosità del leader di FI con Salvini nel 2018, ci ha impedito di goderci lo spettacolo del quinto governo Berlusconi”. Ne è convinto il parlamentare centrista Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Dc, che dopo l’incontro di ieri tra il leader di FI e quello della Lega, analizza il futuro del centrodestra italiano in cui sovranisti e popolari non “possono stare assieme”.
Il Cav torna (in piazza) con Salvini: errore o opportunità per Renzi e Calenda?
Non so cosa vogliano fare Renzi o Calenda. So però che Berlusconi patisce la sua generosità intellettuale, ovvero il fatto di sentirsi il fondatore del centrodestra, in un certo modo il custode del suo brand. In questi anni si è preoccupato più del centrodestra che di FI.
In che senso?
Persino alle ultime elezioni politiche, per fare il centrodestra, ha accettato una condizione capestro: ovvero che il premier sarebbe stato deciso in una sorta di primarie dirette. Chi avesse preso più voti avrebbe avuto la premiership. Temeva che imponendo a Salvini la indicazione preventiva del leader potesse saltare l’accordo e dunque il centrodestra. Ma questo è stato solo il primo errore.
Ce n’è stato anche un altro?
Avallare la nascita di un finto centro che si chiama Noi per l’Italia, una scelta che nemmeno i nuovi volevano e che fu causata da FI per rendere plasticamente completa la coalizione. Quella lista ci è costata un punto e mezzo percentuale. Sono convinto che con il turbo dei centristi alla lista di FI avremmo sorpassato la Lega. In quel caso Berlusconi avrebbe avuto il fascino politico per prendere in Parlamento tutti i voti che mancavano al centrodestra per fare il governo. Lo posso dire fuori dai denti?
Prego.
La generosità di Berlusconi con Salvini nel 2018 ci ha impedito di goderci lo spettacolo del quinto governo Berlusconi.
L’evoluzione del sistema italiano in senso proporzionale apre praterie al centro? E con quali spazi di manovra per l’area cattolica e liberale?
Considero il pranzo di ieri tra Berlusconi e Salvini un passaggio tattico, realizzato di solito dal Cav quando è in forma smagliante. Penso però che ieri abbia solo tagliato la strada a Toti, escludo che la sua strategia possa essere di contendere a Toti la terza destra al servizio di Salvini.
La cosiddetta Grande Lega dei moderati per Pontida è un’operazione fattibile? E con quali rischi?
Pontida o non Pontida, la Lega oggi è Salvini, e Salvini è il gemello italiano della Le Pen che parla un linguaggio duro con i deboli e assolutamente lontano dai valori del popolarismo e del liberalismo. Per cui il fronte popolare è incompatibile con la Lega di oggi, anche se nelle realtà locali le alleanze vanno bene. Zaia e Fontana potrebbero stare a Palazzo Chigi col mio voto e il mio entusiasmo. Ma è un’altra Lega.
È possibile declinare un sovranismo moderato che sia base di una nuova coalizione per il centrodestra?
Il sovranismo è una sciocchezza, l’unico sovranismo potabile e praticabile è quello europeo. Non c’è più il nazionalismo perché viviamo nell’europeismo che o si attua o lo si subisce.
Un invito ai leghisti a cambiare natura?
I leghisti non sono tutti sovranisti, il loro sovranismo iniziale era quello di Miglio legato al regionalismo. Rivaluto molto Miglio, per cui credo che una riflessione sulle Regioni vada fatta. Analizzando la curva del debito pubblico nel 1970 era al 60% del pil. Ma cinque anni dopo la nascita delle Regioni era già raddoppiato. Le Regioni sono la causa del dissesto italiano.
Conte si dice sia stato bravo ad avere l’appoggio di Bruxelles, Washington e Santa Sede. Dopo la Leopolda di ottobre Renzi chiarirà il suo futuro. E Berlusconi?
Pur non essendo stato iscritto a FI, credo però che debba recuperare la sua assoluta centralità. Altri cespugli sono velleitari, io ho chiuso il mio e consiglio a Renzi e Calenda di evitare i cespugli. In questo momento quel po’ di Ppe che resta qui è FI, ma ridotta ai minimi termini. Dovremmo fondare un comitato di salute pubblica per la salvezza di FI. Da lì bisogna partire.
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