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Google, Polimi e Unioncamere uniscono le forze per l’impresa digitale

Nell’era della trasformazione digitale, tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale costituiscono un alleato prezioso – talvolta indispensabile – per le aziende. Ciò è ancora più vero quando ad adottarle sono non solo grandi società, capaci di dotarsi da sole di strumenti all’avanguardia, ma piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del tessuto produttivo italiano.

IA E AZIENDE

Nell’ottica di rendere accessibili a quante più realtà possibili questi tool, il colosso americano Google ha lanciato ieri Machine Learning Checkup, strumento gratuito realizzato in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano.
Attraverso un portale dedicato, sarà possibile ricevere un report sui potenziali benefici dell’IA e le migliori applicazioni in base al settore di riferimento dell’azienda e al suo posizionamento nella filiera produttiva, indirizzando le aziende interessate verso una consulenza dedicata di Unioncamere (all’evento era presente il segretario generale Giuseppe Tripoli) – attraverso i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio sul territorio – e agli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’IMPRESA DIGITALE

L’impresa 4.0 ad alta digitalizzazione è ormai una realtà. E, con le giuste mosse, può portare benefici reali in termini di produzione e non solo. Sono 65 le applicazioni IA e 230 le diverse possibilità applicative che, una ricerca commissionata dall’azienda di Mountain View al Polimi, ha individuato per i settori a maggiore potenziale di adozione dell’intelligenza artificiale in Italia, ovvero agroalimentare, tessile, arredamento, metalsiderurgico e metalmeccanico.
Un esempio. Per alcune applicazioni, come per esempio l’agricoltura di precisione, in cui l’IA aiuta a definire trattamenti e piani di coltivazione personalizzati per ciascuna pianta, la ricerca ha evidenziato come esistano potenzialità di risparmio fino all’80% nei costi e nell’utilizzo dei fattori produttivi (acqua, diserbanti, insetticidi, ecc.). Riduzione dei costi, dei tempi di produzione e di risposta ai clienti, aumento dell’efficienza e miglioramento dei prodotti, controllo della qualità e pianificazione avanzata sono gli aspetti su cui l’IA può portare i maggiori benefici, anche se non sfugge a aziende e lavoratori il tema collegato agli effetti sull’occupazione e al necessario aggiornamento di competenze.

IL BISOGNO DI COMPETENZE

All’inizio del decennio, un rapporto dell’Unione Europea evidenziava il rischio che entro il 2020 ci sarebbero stati 900 mila posti di lavoro non occupati in Europa a causa della mancanza di competenze digitali. Allo stesso tempo, secondo una ricerca di Bcg le piccole imprese italiane che utilizzano il digitale fatturano di più, esportano di più e assumono di più di quelle che non lo usano. Di qui la necessità, in Italia e in Europa, di accrescere le skill digitali. Nei prossimi 10-15 anni, verranno creati 21 milioni di nuovi posti di lavoro e il 90% di tutti i lavori richiederà una conoscenza del digitale. Tuttavia, secondo la Commissione Europea, il 44% della popolazione europea e il 27% della forza lavoro non ha ancora una preparazione sufficiente su questi temi.

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