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Dal governo più pazzo del mondo a tutto il mondo impazzisce per il governo

Le prove vere devono ancora arrivare ma il governo giallorosso sembra già riscuotere una certa simpatia all’estero. Un buon modo per iniziare il primo esperimento assoluto di governo targato Pd e M5S. Persino gli algidi e rigoristi tedeschi hanno speso dell’inchiostro per commentare la nascita dell’esecutivo Conte 2. La Germania d’altronde ha ben donde di essere interessata dalla nostra situazione politica. Berlino è in crisi, l’economia teutonica arranca e la recessione tecnica è a un passo. Ma soprattutto l’Italia è il primo importatore di beni nel Paese dei Lander. Naturale interessarsi alle nostri sorti.

STUPORE TEDESCO (E QUALCHE DUBBIO)

Questa mattina il quotidiano tedesco Die Welt ha definito “sensazionale” la formazione del governo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico, guidato dal premier Giuseppe Conte. “Non si era mai sentito, in tutta la storia d’Italia del dopoguerra, ricca di colpi di scena, che una coalizione tra populisti critici dell’Ue e dell’immigrazione potesse trasformarsi in un’alleanza di riformisti amici di Bruxelles”. Il riferimento nemmeno troppo velato è al passaggio dal governo formato da M5S e Lega a quello in cui i 5 Stelle siedono con il Pd. La testata tedesca si concentrapoi sulla formazione del nuovo esecutivo, notando come al Pd siano stati assegnati ministeri strategici per i rapporti tra Italia e Ue. Per esempio, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri (qui l’intervista odierna all’economista Innocenzo Cipolletta) che è stato presidente della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo.

“Chi altro”, si chiede Die Welt in un editoriale riportato dall’Agenzia Nova, se non Gualtieri, “potrebbe espandere lo scarso margine di manovra tra gli investimenti necessari all’Italia e i rigorosi parametri di bilancio dell’Ue?”. A rendere evidente la svolta del governo giallorosso è poi la nomina del democratico Vincenzo Amendola a ministro per gli Affari europei. L’assegnazione del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale al capo politico del M5S, Luigi Di Maio, è invece un atto “più simbolico che politico”. A completare il quadro del “sensazionale” governo Conte bis giunge la nomina del prefetto Luciana Lamorgese a ministro dell’Interno come successore del leader della Lega, Matteo Salvini su cui i tedeschi precedono, un completo cambio del Viminale in materia di immigrazione rispetto alle politiche restrittive attuate da Salvini. Decisamente più duro Die Zeit, che ieri ha bollato il nuovo esecutivo come un “governo di svogliati: date le divergenze tra M5S e Pd, rimangono aperte “importanti questioni che portano a chiedersi quanto la nuova coalizione possa durare”.

LA (FREDDA) CURIOSITÀ FRANCESE

Il governo giallorosso ha suscitato invece più curiosità che stupore in Francia, Paese con cui ai tempi dell’escutivo con la Lega i rapporti non sempre sono stati idilliaci. L’accoglienza nei confronti del nuovo governo sembra essere, se non proprio calda, neanche gelata. Le Figaro – quotidiano conservatore – battezza il nuovo esecutivo “un governo di sinistra, in apparenza equilibrato”. Il giornale finanziario Les Echos invece sottolinea la presunta precarietà economica del Paese, titolando: “l’Italia sull’orlo di una crisi finanziaria, gira la pagina Salvini”.  Più spazio per il neo ministro dell’Economia, l’eurodeputato e docente di storia Roberto Gualtieri su Libération. Il quotidiano di centrosinistra, come riporta Open, riassume il nuovo esecutivo tramite tre foto – la sua (Gualtieri), quella di Di Maio e il nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – sottolineando la discontinuità con il precedente esecutivo.

LA VERSIONE DEL FT

Anche il Financial Times ha detto la sua, con un editoriale che osserva ai raggi x (qui l’articolo odierno su Formiche.net) il nuovo governo giallorosso. Cinque Stelle e Pd, scrive Carlo Invernizzi Accetti, docente di Scienza Politica alla City University di New York, “rispecchiano alla perfezione le due facce della politica al giorno d’oggi. Da una parte il populismo doc, forgiato e cresciuto all’insegna della lotta alla casta, certo di dar voce inequivocabilmente al volere del popolo. Dall’altra il partito della responsabilità, della politica istituzionale e moderata che rispetta galateo e vincoli e si presenta come unica salvezza dai barbari di volta in volta individuati in un avversario esterno. Due volti apparentemente incompatibili che invece proprio in Italia, ancora una volta laboratorio mondiale del populismo, hanno trovato in questi giorni una fisionomia comune. E pensare che proprio pochi giorni fa lo stesso quotidiano inglese aveva benedetto la nascita dell’esecutivo Conte 2, affermando come un governo senza Salvini fosse positivo sia per l’Italia che per l’Europa.

 

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