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Droni e missili. Come sale la tensione fra Israele e Hezbollah

Un piccolo drone israeliano è precipitato in Libano, mentre stava conducendo operazioni di routine nelle prime ore della mattina. Il partito/milizia sciita Hezbollah, collegato a doppio giro con l’Iran, attraverso la rete televisiva Al Manar (controllata dal gruppo), ha invece annunciato che il velivolo è stato abbattuto perché aveva sconfinato, e dunque è stato oggetto delle attività difensive dichiarate due settimane fa, dopo che altri due droni – probabilmente israeliani – erano stati lanciati per esplodere sopra un edificio della periferia meridionale di Beirut che ospita il media center di Hezbollah.

Si tratta del terzo episodio sensibile delle ultime settimane: in mezzo ai due citati (questo odierno e quello del 25 agosto), il primo settembre c’è stato uno scambio al fuoco sul confine tra Israele e Libano dopo il lancio di razzi anti-carro dal territorio libanese verso un’ambulanza militare israeliana diretta alla base di Avivim. La tensione tra Hezbollah e Israele sta crescendo moltissimo nell’ambito del confronto armato totale che lo stato ebraico sta conducendo contro l’Iran, nemico esistenziale che ha sfruttato la sua crescente influenza regionale per armare i gruppi satellite (come quello libanese o altri iracheni) e preparare attacchi contro Gerusalemme.

Nella notte sono state segnalate esplosioni in una base delle milizie sciite ad Abukamal, nel sud della Siria. A quanto pare è stata colpita otto volte nel giro di pochissimi minuti: chiaramente è stato un bombardamento. Potrebbe essere facilmente uno dei tanti (centinaia) condotti da Israele dal 2013 a oggi. Un programma costante con cui lo stato ebraico cerca di impedire agli iraniani di trasferire armi importanti, missili guidati e sofisticati, ai gruppi armati sciiti collegati – quelli come Hezbollah, appunto, o come diverse milizie irachene, che si trovano in Siria perché nel corso degli anni Teheran li ha mobilitati per puntellare il sanguinoso regime assadista. Le milizie sciite, che operano sotto il coordinamento della Quds Force dei Pasdaran, hanno risposto al fuoco lanciando razzi contro Israele, ma senza produrre danni.

Abukamal è una piccola cittadina che si trova sul confine tra Siria e Iraq ed è un quadrante alquanto delicato. Ci sono già stati attacchi israeliani e pure scontri diretti tra le milizie e le forze occidentali, sostanzialmente americani: forze speciali Usa che si trovano in quell’area lungo il corridoio dell’Eufrate per dare la caccia ai leader dello Stato islamico (attività che è tutt’altro che finita nonostante il Califfato sia stato disarticolato). Le milizie lealiste invece sono interessate a quelle rotte perché sono un lineamento fondamentale per il collegamento con l’Iraq e il passaggio di traffici – anche e soprattutto di armi – ritenuto nevralgico dall’Iran.

(Foto: Twitter, @IDF)


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