La disoccupazione scende in Italia, anche se si lavora un pochino meno. Dai dati Istat di oggi emergono sì buone notizie ma accompagnate anche da parecchie incertezze. Per esempio, il numero dei senza lavoro nel secondo trimestre è sicuramente sceso e questo è buono. Ma diminuisce anche la quota di chi lavora a tempo pieno, il che non è sintomo di un mercato del lavoro in ottima salute. Venendo ai numeri, nel secondo trimestre dell’anno, ha fatto sapere oggi l’Istituto di statistica, c’è stata nei confronti del primo periodo del 2019, un leggero aumento dell’occupazione e una riduzione degli inattivi, cioè coloro che non hanno lavoro né lo cercano, con il tasso di disoccupazione calato al 9,9%. Si tratta del dato più basso dal quarto trimestre del 2011, quando l’Italia era nel bel mezzo della crisi e con uno spread oltre i 500 punti base.
Tornando alle cifre dell’Istat, nel periodo aprile-giugno l’occupazione è salita rispetto al trimestre precedente (+0,6%). Significa 130 mila occupati in più: salgono i dipendenti, sia a termine che permanenti, e in misura minore anche gli indipendenti. Anche l’andamento tendenziale dell’occupazione, cioè calcolato su base annua, mostra dei miglioramenti che però sono meno marcati rispetto ai mesi scorsi. E cioè, spiega l’Istat, prosegue “a ritmi meno sostenuti la crescita del numero di occupati (+0,3%, +78 mila in un anno), dovuta ai dipendenti permanenti a fronte del calo di quelli a termine e degli indipendenti. L’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti scende al 17,2% (-0,2 punti in un anno)”.
Attenzione però, c’è il rovescio della medaglia. Le ore lavorate sono risultate di meno su base congiunturale (-0,1% sul trimestre precedente) rallentando anche la loro crescita in termini tendenziali (+0,4%). “Dinamiche”, precisa l’Istat, “che si inseriscono in una fase di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil”.
Una certa soddisfazione è stata espressa dal nuovo ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che rivendicato la bontà dei provvedimenti grillini in materia. “I dati sul mercato del lavoro diffusi oggi sono l’ennesima testimonianza della bontà delle misure che come Movimento 5 Stelle abbiamo messo in campo nei primi 14 mesi alla guida del Paese. Da ministro intendo portare avanti il percorso iniziato creando un mercato del lavoro sempre più inclusivo, con al centro il rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori. Salario minimo, fase 2 del Reddito di Cittadinanza e parità di genere nelle retribuzioni sono i prossimi obiettivi che voglio realizzare per il bene dei cittadini”.