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M5S e Pd, fra divergenze parallele e calcolo del consenso. Scrive il prof. Pennisi

Prima di proporre al M5S di fare liste comune per vari tipi di elezione, i dirigenti del d avrebbero dovuto rinfrescare i loro studi di economia politica e politica economica e rileggere The Calculus of Consent (Il calcolo del consenso) di James Buchanan e Gordon Tullock che, per quanto pubblicato nel lontano 1962, è ancora una sorta di “breviario” per chi fa politica in quanto spiega come si costruisce e di calcola il consenso elettorale.

Il governo anomalo delle divergenze parallele – vedi Formiche.net del 4 settembre e l’ottimo approfondimento di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera del 12 settembre – è costituito da due forze politiche espresse da gruppi sociali differenti e con obiettivi divergenti. Il Pd – lo dice chiaramente l’esito delle elezioni- non è il partito di un Cipputi, che comunque non esiste più, ma di coloro che abitano i quartieri borghesi delle grandi città e che hanno trovato ne “l’ultima spiaggia” di Capalbio la loro piccola Atene al mare: è il partito del “sistema”, se non della Casta. Il M5S nasce come movimento (non partito) anti-sistema e tale è ancora gran parte della sua base. Gli obiettivi di ambedue sono a tutela dei propri elettori, che hanno finalità divergenti, ove non contrapposte.

Nonostante queste profonde diversità, “convergono” nel governo in carica per convenienze immediate – che nessuno sa quanto dureranno: per M5S la convenienza è nell’evitare elezioni che, secondo i sondaggi, avrebbero rappresentato un’emorragia di voti (e di eletti); per il Pd ritrovare la centralità perduta ed evitare nuove scissioni. Il ‘calcolo del consenso’ è di immediato breve periodo che potrebbe però estendersi di qualche anno sino al termine della legislatura se riescono ad attuare un programma che soddisfa i loro blocchi sociali ed il resto degli italiani.

Ambedue hanno subito forti perdite di voti. Dal 2013, parte dei voti del Pd (coloro che non si sentono rappresentati da chi abita ai Parioli o a San Babila) sono al M5S. Nel 2019, parte dei voti del M5S sono andati alla Lega che ha espresso il malcontento di coloro che si considerano, a torto o ragione, esclusi meglio di quanto non lo esprimano i gessati di Di Maio e le pochette di Conte. The Calculus of Consent spiega che la somma di due perdite non è una vittoria. Dalla ‘teoria dei giochi’ si deduce che si tratta di un gioco a somma negativa in cui perdono, alla grande, ambedue i giocatori.

Tanto più che il Pd deve pescare nei suoi lettori andati al M5S e il M5S impedire che, a ragione del matrimonio, pur di interessi e con le bozze già pronte del divorzio, con chi è visto come l’espressione del “sistema”, ove non della Casta, induca altri ad abbracciare l’unica forza anti-sistema, la Lega.

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