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Tornano i migranti nell’Egeo. E sale la tensione fra Turchia e Grecia

Una nuova ondata migratoria bussa alle porte dell’Europa e questa volta la Turchia non ha nessuna intenzione di collaborare per contenerla. Anzi. Coerentemente con le sue nuove politiche migratorie, sta cercando di evitare che nuovi migranti si stanzino sul suo territorio nazionale.

Sta di fatto che, negli ultimi giorni, sono arrivati sull’isola di Lesbo oltre 600 migranti con 13 diverse imbarcazioni che la guardia costiera turca si è guardata molto bene dal fermare. Sull’isola greca, al momento, vivono oltre 10mila migranti, ospitati in una struttura, il tristemente noto campo di Moria, che ne può ospitare al massimo un quarto, con tutto quello che ne consegue sulla situazione sanitaria e sulle condizioni di vita. Una situazione esplosiva, anche per quanto riguarda la sicurezza, che potrebbe aggravarsi nei prossimi giorni.

I quotidiani turchi sostengono si tratti di siriani che scappano disperati da Idlib, dove si stanno consumando le ultime battute della guerra civile siriana e dove oltre un milione di persone è stato costretto a lasciare le proprie case.

Il governo greco, invece, ha fatto sapere che solo una parte proviene dalla Siria e che fra le oltre 600 persone, ci sono anche numerosi iracheni e afghani.

La tensione fra Atene e Ankara è altissima. Le isole greche che si trovano di fronte alla costa della Mezzaluna ospitano oltre 50mila migranti. Un peso sempre più difficile da sopportare per l’Ellade, che sta cercando di uscire dalla crisi economica che l’ha attanagliata per anni e per la quale è doppiamente difficile fronteggiare l’emergenza migranti.

Il governo greco, in queste ore, si sta adoperando per portare la situazione sotto controllo e per trattare con la Turchia. Ma ci sono tutti gli estremi perché non sia una trattativa facile. Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, venerdì scorso ha convocato l’ambasciatore turco. Oggi il consiglio dei ministri si riunirà per la prima volta dopo la pausa estiva e il primo punto all’ordine del giorno è proprio la stretta sui permessi di soggiorno per i migranti e rimandare gli irregolari in Turchia.

E qui arriva la parte più difficile, perché la Mezzaluna potrebbe rifiutarsi di accoglierli. Ankara, negli ultimi tempi, ha cambiato a 180 gradi la sua politica nei confronti dell’accoglienza. Non solo i migranti non registrati sono stati allontanati da Istanbul. Proprio la settimana scorsa, il ministro dell’interno Suleyman Soylu, ha annunciato che oltre 300mila siriani hanno varcato la frontiera per tornare a casa.

Una scelta dettata dai problemi che gli oltre tre milioni di rifugiati sul territorio turco stanno provocando all’economia e alla sicurezza nazionale. La spinta solidale si è esaurita da tempo e adesso il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, rischia di perdere consensi a causa di un fenomeno che per primo ha contribuito ad alimentare.


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