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Renzi e Salvini, più concorrenti che avversari (Italia Viva guarda a destra)

Le parole di Matteo Renzi “in difesa” di Silvio Berlusconi sono solo la punta di dell’iceberg. Per questo ha senso indagare da subito l’essenza profonda del nuovo movimento politico dell’ex premier toscano, essenza profonda che (probabilmente) risulterà determinate per indicarne le possibilità di successo.

Per fare questo ci viene in soccorso un elemento di carattere semantico a mio avviso estremamente importante: il nome del nuovo soggetto politico: “Italia Viva”.

Renzi infatti compie una scelta di “naming” (così si direbbe in un corso di marketing) centrata sulla parola “Italia”, con poi un’aggiunta valoriale fornita dall’aggettivo “viva”. Adesso facciamo un salto all’indietro e rileggiamo la storia politica della Seconda Repubblica. Chi ha usato la parola “Italia” in questi venticinque anni (prendendo in considerazione solo i soggetti di significativo successo elettorale)? La risposta è relativamente semplice.

L’ha fatto Silvio Berlusconi con Forza Italia, poi l’ha fatto Antonio Di Pietro con l’Italia dei Valori e infine Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia. A questi tre soggetti vanno aggiunti due altri esempi importanti e intimamente collegati, cioè Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e lo slogan “Prima gli italiani” di Matteo Salvini.

Invece tutti gli altri protagonisti di questi tre decenni (a sinistra come al centro, per finire al “rivoluzionario” movimento di Grillo&Casaleggio) hanno evitato accuratamente riferimenti di carattere patriottico e identitario, rispondendo così a meccanismi di aggregazione costruiti su altri tipi di legami (la lotta contro la casta per il M5S o la naturale diffidenza verso ogni richiamo alla sovranità nazionale che permea l’intera storia della sinistra nel XXesimo secolo).

Renzi invece sceglie “Italia Viva” e così rende palese un elemento tanto vero quanto poco considerato in questi anni, cioè la distanza siderale che lo separa da una idea classica della sinistra. A mio avviso infatti la sua militanza nel Pd per oltre un decennio ha una sola spiegazione, che è di carattere geografico: Renzi è nato in Toscana, regione nella quale un Partito-Stato domina (sostanzialmente senza rivali) tutti gli ambiti politici che contano, rendendo quindi (quasi) obbligato quel percorso per chi vuole emergere.

Provo a dirla in un altro modo: se Renzi fosse nato in Lombardia o in Veneto avrebbe avviato la sua brillante carriera politica sotto bandiere assai diverse. Se tutto questo è vero (ed io lo penso con convinzione) ecco allora emergere un fatto nuovo, discendente proprio dalla iniziativa di Matteo Renzi.

Italia Viva è un avversario dei partiti di centrodestra ma è soprattutto destinato ad esserne un concorrente. O almeno ci proverà, perché con quel nome si indica una strada ben precisa.

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