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Rifiuti, Anci e Conai uniti nel nome della sostenibilità

I Comuni che hanno attivato la raccolta differenziata di almeno un materiale di imballaggio (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) hanno superato i 7 mila e 800 (il 98%), con una copertura della popolazione di oltre 60 milioni di abitanti (il 99,5%), in pratica la quasi totalità. Gli obiettivi di recupero e riciclo, stabiliti dalla legge al 2008,  sono stati ampiamente superati e il Conai e i Consorzi di filiera, nel 2018, hanno già raggiunto gli obiettivi fissati dalla nuova direttiva (in corso di recepimento nel nostro ordinamento nazionale) al 2025. È quanto emerge dai dati contenuti nell’8° Rapporto della Banca Dati Anci-Conai, presentato oggi a Roma dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci Enzo Bianco e dal Presidente del Conai Giorgio Quagliuolo.

In attesa che venga sottoscritto, entro il prossimo dicembre, il rinnovo dell’accordo tra l’Anci e il Conai per i prossimi cinque anni, dove verrà posta l’attenzione soprattutto ad una raccolta differenziata di qualità finalizzata al riciclo, il rapporto evidenzia la crescita anche delle quantità dei rifiuti di imballaggio gestite dal sistema Conai passate da una media di 4 milioni 600 mila tonnellate nel periodo 2011-2016, a 5 milioni di tonnellate nel 2017, con una ripresa delle raccolte avviate in convenzione con i sei Consorzi di filiera (Cial, Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea e Rilegno).

Che l’accordo quadro Anci-Conai sia “uno strumento indispensabile e all’avanguardia in Europa per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, lo ha evidenziato lo stesso ministro dell’Ambiente Sergio Costa, sottolineando che “è necessario mettere in campo nuovi sforzi a fronte dei crescenti obiettivi ambientali che l’Unione Europea ha fissato per il 2030. “Sarebbe opportuno, ha aggiunto Costa, che nella stipula del nuovo accordo-quadro venga attuato un sistema di responsabilità estesa del produttore che aggiorni il metodo di calcolo dei ‘maggiori oneri’, che vengano premiate le raccolte differenziate di qualità e vengano favoriti il riutilizzo e l’acquisto di prodotti sostenibili”.

I Comuni italiani “sono consapevoli che sull’ambiente, sui cambiamenti climatici e sulla riduzione e il riciclo dei rifiuti si gioca una partita decisiva per il nostro Paese”, ha aggiunto il Presidente del Consiglio Nazionale di Anci Enzo Bianco. C’è bisogno di grande coraggio e di grande attenzione. Come associazione ci stiamo impegnando in questa direzione e sapremo essere esigenti perché si raggiungano risultati positivi in tutta Italia, anche in quelle zone del Paese dove sono necessari maggiori investimenti per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata”.

Come sempre, in questo quadro, il Nord del Paese si conferma la macro-area con le più elevate performance di raccolta differenziata, sia in termini di quantità totali che di risultati medi pro capite. Basti qualche esempio: il 54% di tutto il vetro raccolta in Italia da Coreve proviene dalle Regioni del Nord, mentre solo il 28% da quelle del Sud; il 55% del legno conferito al Consorzio Rilegno arriva solo da tre Regioni, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte.

Il Rapporto dimostra, ha detto il presidente del Conai Giorgio Quagliuolo, “non solo quanto Conai e Anci siano in grado di dialogare con efficacia e consapevolezza, ma anche quanto la loro collaborazione rivesta un’importanza primaria per i Comuni Italiani. Il nostro obiettivo è quello di migliorare  la raccolta differenziata in termini sia quantitativi che qualitativi, sempre all’interno di una logica di sussidiarietà del mercato. Del resto oggi quasi tutti i Comuni stipulano convenzioni con il sistema consortile; prova ne è il fatto che nel 2018 abbiamo trasferito 561 milioni di euro ai Comuni per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata degli imballaggi, che, lo ricordo, rappresentano soltanto il 25% dei rifiuti urbani”.

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