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Vi svelo i segreti delle Forze armate cinesi. Parola di Valori

Secondo alcune fonti di stampa e dei mass-media internazionali, la Cina sta investendo somme di notevole rilievo in alcune tecnologie duali, quindi civili e militari insieme, che avrebbero potenti effetti innovativi, sia nel settore commerciale che in quello, a loro proprio, della Difesa. È questo il risultato, ovvero la sequenza di investimenti, della ormai vecchia richiesta di Xi Jinping, nel 2017, volta a rinnovare integralmente l’Armata di Liberazione Popolare entro il 2035, un progetto che implica quello del nuovo rilievo militare globale della Cina entro il 2045. Per seguire la linea di Xi Jinping, Pechino ha aumentato recentemente le spese militari del 7,5% e i finanziamenti per la ricerca “duale” di ben il 13,4%.

Secondo l’intelligence americana, i settori di maggiore investimento sarebbero quelli dell’Intelligenza Artificiale, poi il potenziamento degli strumenti di calcolo elettronico e i loro sostrati tecnici, infine le tecnologie quantistiche e le armi ipersoniche. Non mancano neanche dei progetti di ricerca anche sui nuovi materiali e le energie alternative.

Per quel che riguarda l’Intelligenza Artificiale militare, Pechino sta studiando oggi, in particolare, le nuove tecniche di Riconoscimento e Selezione Obiettivi, poi anche la dislocazione delle mine e, in particolare, gli attacchi automatizzati, in mare come in terra. La guerra contemporanea è, per tutti i principali Stati, labour saving, soldier saving, come accade con le stesse tecnologie evolute, quando siano utilizzate in ambito civile.
Automezzi, droni e sottomarini tutti completamente automatizzati, dotati di una analisi semi-autonoma dell’area di operazioni, in modo da liberare lo Stato Maggiore da questioni banalmente tattiche, che spesso non sono completamente fornite di dati aggiornati, per concentrarsi invece sugli equilibri strategici.

Battlespace a dimensioni simultanee e multiple, questo cinese, che avrà, con l’arrivo, per tutti, delle nuove operazioni di tipo ibrido, una dimensione e una serie di effetti a cascata che renderanno necessaria una analisi computerizzata di AI e quantistica ad alto livello di complessità e simultaneità. E questo vale anche per il decision making politico e strategico di tipo civile, sempre meno distinguibile da quello militare e, soprattutto, è un management capace di evitare quei paradossi della scelta che hanno caratterizzato tutti i regimi politici contemporanei. In altri termini, la valutazione errata o eccessiva di un particolare, la analisi errata dei tempi, lo studio, stavolta esatto, degli effetti e dei loro ambiti specifici. Tutti errori della persona, spesso inevitabili per la mente umana, che l’AI e il quantum computing possono evitare.

Chi abbia operato su queste piattaforme, anche da manager internazionale, può capire a cosa mi riferisca. Per quel che riguarda poi il progetto Made in China 2025, che vuole liberare la Cina dal suo ruolo ancillare di economia che accoglie tutte le industrie mature del globo, Pechino si occuperà soprattutto dei semiconduttori evoluti. Già nel settembre 2014 è stato costituito, sempre su indicazione di Xi Jinping, il China Integrated Circuit Industry Investment Fund, il che presuppone che, se tutto va bene, la Cina potrà disporre molto presto di semiconduttori per macchine IA e per sistemi evoluti. Per l’economia civile o per i sistemi militari, ammesso che si possa fare una differenza.

Le applicazioni della meccanica quantistica hanno origine, nella programmazione di Pechino, fin dal Piano Quinquennale che ha avuto inizio nel 2016. È da quel momento in azione un megaprogetto che dovrebbe portare alla comunicazione IA quantica e al computer quantistico operativo entro il 2030. Google, in un breve saggio sul suo blog aziendale, sparito guarda caso poco dopo la pubblicazione, ha infine dichiarato di avere raggiunto la supremazia quantistica globale, con un nuovo super-computer capace di risolvere un certo problema di calcolo, in tre minuti, che il più potente computer attualmente disponibile risolverebbe in 10.000 anni.

A cosa serve, però, la lotta geo-economica e, soprattutto, tecnologica, tra Cina e Stati Uniti, i due veri competitori futuri per la leadership mondiale? E’ infatti questa la vera gara, non altra, tra i due Paesi. Serve, la lotta sulle tecnologie quantistiche e AI, Ad essere i più forti nel mondo dell’innovazione di frontiera, ovvero di tutti quei dispositivi di coordinamento e interconnessione dei dati che rivoluzioneranno, in particolare, tutti i processi futuri economici, politici e amministrativi, poi anche finanziari. Di una nuova finanza, che oggi si intravvede solo all’orizzonte.

Ora è ancora il momento ultimo della tecnologia “dura” e informatica, poi verrà, in seguito, la fase ulteriore della innovazione di frontiera sul piano biologico e biochimico. Con innovazioni che faranno impallidire la attuale rivoluzione quantica e IA, ma si baseranno proprio su queste tecnologie. Un computer quantistico è, come abbiamo supra accennato, soprattutto una piattaforma hardware per applicare e creare gli algoritmi di quantum deep learning, quegli algoritmi che contengono oggi, soprattutto, le tecniche di Intelligenza Artificiale. E quindi, per usare la mentalità degli Stati Maggiori militari di ogni Paese, di simulazione completa.

Il computer quantistico sfrutta inizialmente l’idea di Richard Feynman, ovvero quella dello sfruttamento delle proprietà dell’onda particellare o, per meglio dire, della particella subatomica quando si presenta come onda. Quindi, il computer quantistico può rompere i limiti imposti dalla Legge di Moore, ovvero quella che sancisce il raddoppio dei transistori nei circuiti ogni 18 mesi. Quindi, ancora, non vi è più, nell’elaboratore quantico, un limite oggettivo e fisico alla miniaturizzazione dei circuiti.

Si pensi quindi alla capacità, per chi riesca a sviluppare tecnologie del genere, di difendersi dagli attacchi informatici, e di elaborare scenari complessi e verificabili senza sperimentazioni sociali in corpore vili. Una rivoluzione teoretica e politica inimmaginabile. Sola eccezione al duopolio sino-americano, Israele, con un consorzio tra aziende e agenzie statali che studia la sicurezza AI e quantica civile e militare. Per Gerusalemme, inoltre, oltre al quantum computing vi è l’interesse specifico verso la comunicazione quantistica, ma anche per la criptatura evoluta, poi per la evoluzione dei sensori ad alta specificità. Altre necessità geopolitica, altre scelte tecnologiche.

E, comunque, anche la Cina sta sviluppando radar quantici, sensori iper-specifici, nuovo imaging AI e quantistico, sia tattico che strategico, la nuova meteorologia e le tecniche di navigazione automatizzate. Anche qui, si intuisce l’interesse di Pechino per le tecnologie quantistiche sempre dual use, soprattutto in funzione della già annunciata svolta economica cinese verso la Blue Economy e la protezione ambientale. La Cina ha già lanciato Mucius, un satellite quantistico, portato in cielo da un missile “Lunga Marcia” nell’agosto 2016, un satellite che ha permesso una chiamata telefonica quantica tra lo spazio e tre stazioni a terra cinesi.

Già nel 2012 è stato finanziato, sempre su ordine di Xi Jinping, il QUESS, Quantum Experiments of Space Scale.
La crittografia quantistica QKD è già una realtà, in Cina, ed è già fisicamente inviolabile. Dicono gli analisti finanziari che il prossimo mercato del computing quantico, che non avrà, se non in un futuro imprecisato, un amplissimo mercato retail come è accaduto per i laptops, varrà quanto il mercato attuale dei supercomputer “classici”: 50 miliardi di Usd; mentre il mercato dei prodotti tradizionali del computing commerciale evoluto ma non quantico varrà, già da quest’anno, 1,2 trilioni di Usd.

Il primo computer quantistico adatto al pubblico apparirà, forse, nel 2030, ma il mercato delle macchine di calcolo con una tecnologia quantistica di primo livello varrà, già nei primi anni ’20 del terzo millennio, oltre 500 milioni l’anno. Oggi, abbiamo a che fare con computer quantici di ambito governativo da 19 o 20 qubits. Qualcuno ha perfino annunciato computer quantistici da 50, 72 e 128 qubits, ma non ci sono prove al riguardo. Il qubit, lo ricordiamo, può valere, diversamente dal bit tradizionale, sia “uno” che “zero”, ed è un vettore matematico che può, in teoria, assumere tutte le informazioni disponibili al mondo.

Sul piano strettamente militare, la computazione quantica è comunque essenziale, oggi, per lo sviluppo di una egemonia globale. Il già citato QKD (Quantum Key Distribution) è capace di rendere sicure tutte le comunicazioni strategiche, mentre la cripto-analisi quantica e la creazione di linguaggi “coperti” è una prassi intrinsecamente offensiva. Non ci saranno più agenti capaci di aprire una cassaforte durante l’assenza dell’Ambasciatore, basterà il lancio di una frequenza quantica da un computer AI. E, in futuro, la guerra sarà totalmente offensiva in tutte le sue fasi, e servirà a battere, distruggere, integrare nella propria catena di valore le tecnologie pericolose e i dati più importanti del nemico. Magari, la popolazione non se ne accorgerà nemmeno, come accadde all’inizio con la Rivoluzione d’ottobre, secondo quanto ci narra Curzio Malaparte, con i bolscevichi che si prendono le basi del potere (energia, luce, telefoni, etc.) mentre la gente, ignara, sta al ristorante o va al cinema.

Il QKD funziona, in linea di principio, inviando fotoni sovrapposti alle normali criptature. Secondo il principio di Heisenberg, che ci dice che non possiamo determinare simultaneamente tutte le grandezze subatomiche, gli stati dei fotoni del QKD sono indeterminati fino a che non sono stati isolati e misurati. Il che, fra l’altro, ci permette, sempre con il QKD, di capire se il messaggio è stato intercettato e da chi. Per la Cina, come ci dice il Documento del Consiglio di Stato del luglio 2017, l’Intelligenza Artificiale è il nuovo obiettivo primario della concorrenza internazionale e “il nuovo motore dello sviluppo economico”. Inoltre, l’AI, per i cinesi, offre “nuove opportunità di costruzione sociale”.

Per il mondo civile, AI e super-computer quantici saranno utili per la programmazione sociale, soprattutto in una fase di maturità dell’economia e di necessaria distribuzione esatta delle risorse e dei potenziali, si pensi qui al sistema pensionistico e a quello sanitario. In un settore chiave per lo sviluppo futuro, quello militare, la Cina pensa all’utilizzazione del computing quantistico e di AI per automatizzare completamente il campo di battaglia, ma soprattutto per unirlo al calcolo esatto delle risorse, alla loro protezione da attacchi informatici, all’integrazione tra economia civile e operazioni militari.

Quindi, AI e quantum computing servono soprattutto “per integrare la difesa economica, sociale e nazionale” cinese.
Nello sviluppo temporale previsto, Pechino elaborerà la propria strategia quantistica e AI in tre fasi: 1) sincronizzare la tecnologia generale corrente e l’applicazione diffusa della AI, al livello mondiale standard, entro il 2020. Poi, 2) creare una nuova generazione di teoria e tecnologia dell’Intelligenza Artificiale.
Ovvero, egemonia cinese possibile nella Big Data Intelligence, l’Intelligence Cross-Mediale, l’Intelligenza di Gruppo, l’Intelligenza Potenziata Ibrida e i Sistemi Intelligenti Autonomi.

Intelligence cross-mediale: ovvero analisi dei contenuti, monitoraggio dei media e creazione di chiavi di ricerca on-line di tipo semantico. Intelligence di gruppo: consensus decision making, tra sociobiologia, scienza politica e applicazioni informative del crowdsourcing. Hybrid Intelligence, la sintesi efficace tra uomo e macchina, Sistemi Intelligenti Autonomi, ovvero dei sistemi che imparano dalla realtà e la elaborano secondo modelli, potenziati, che derivano dal learning umano, moltiplicato per molte volte.

Quindi, sempre per il Consiglio di Stato cinese, occorre prima di tutto elaborare un sistema dei Big Data, poi una teoria informatica della percezione cross-mediale, poi ancora una teoria dell’intelligenza artificiale ibrida, con un perfezionamento della simbiosi uomo-computer, ma anche con nuovi modelli di evoluzione della conoscenza e dell’apprendimento intelligente potenziato ibrido, quello uomo-macchina. Infine, elaborare presto, per la dirigenza cinese, una nuova teoria euristica del calcolo intelligente, ma quantistica.

E ancora, Intelligenza IA di gruppo. E quindi Apprendimento Avanzato, con lo studio di tecnologie innovative dell’apprendimento statistico. È, tutto questo, un modello tecnologico e politico che va letto secondo le dottrine attuali della PLA cinese. Per Pechino, le forze militari e economiche internazionali hanno accelerato fortemente la loro differenziazione, soprattutto tra i Paesi avanzati e quelli in via di sviluppo. La competizione strategica è in forte aumento. E, in ogni caso, la linea delle FF.AA. cinesi, anche sul piano tecnologico, si riassume in a) resistere e fermare, in primo luogo e ai confini, ogni aggressione esterna, b) il rifiuto di una logica da “aree di influenza”, che chiuderebbe la Cina in un’area periferica, c) l’adesione ad una logica militare di difesa territoriale e degli interessi primari presenti all’esterno, ma sempre con una collaborazione con altri Stati, d) la meccanizzazione/automazione completa delle FF.AA. nel 2020, e) il mantenimento di uno stato di efficienza media e di altissima rapidità di risposta, f) l’antiterrorismo e la difesa degli interessi all’estero della Cina, g) un nuovo rapporto, non di mera dipendenza, tra politica e sistema della difesa.

Nella storia dottrinale delle FF.AA. cinesi, tutto comincia, nei tempi recenti, con il documento sulla “Strategia Militare Cinese” del 2015. Elevamento, in particolare, del ruolo della Commissione Tecnico-Scientifica della Commissione Militare Centrale, poi la tutela attenta dal pericolo della “sorpresa tecnologica e strategica”, e una innovazione radicale nelle dottrine di impiego della Forza. Ecco, sarà questo il nuovo livello di pensiero strategico e politico delle FF.AA. cinesi.

Ma cos’è, allora, un computer quantistico, per una definitiva chiarezza sul tema? È una macchina da calcolo che utilizza le leggi della meccanica quantistica per risolvere problemi e fare calcoli. I computer “tradizionali” si basano sul bit, binary digit, la quantità minima tra 0 e 1, di informazione binaria che serve a discernere tra due eventi equiprobabili. Il computer quantistico usa il qubit, una sovrapposizione di stati quantistici che possono essere 0 e 1 contemporaneamente e in più strati.

Se cerco, facciamo un esempio, la parola “Cina” in un testo, il computer tradizionale procede con la massima velocità, ma riga per riga, a cercare quella parola. Il computer quantistico ha invece a disposizione tutte le pagine disponibili, contemporaneamente. Ecco cos’è, operativamente, il suaccennato qubit.


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