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Perché togliere gli investimenti green dal deficit è sacrosanto. Parla Testa (Enea)

Più che una manovra giallorossa, giallo-rossa e verde. Una combinazione di colori facilmente raggiungibile se davvero, come è nelle intenzioni del premier Giuseppe Conte e del suo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, gli investimenti nella sostenibilità ambientale saranno la costante della prossima legge di Bilancio. La Germania ha appena lanciato un piano da 50 miliardi, finanziabile attraverso emissioni obbligazionarie verdi, mentre l’Italia sta puntando tutto allo scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit pubblico. Ora la domanda è, vista la bontà delle intenzioni, sarà davvero la volta buona? In altre parole, l’Italia e l’Europa riusciranno davvero a imprimere quella svolta ambientale finora solo sbandierata o poco più? Formiche.net ha chiesto il parere di Federico Testa, economista e presidente dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Testa, siamo davanti a una vera svolta green? 

Mi auguro proprio di sì, vedo nel nuovo governo una forte volontà nel cambiare l’approccio alla questione ambientale. Voglio sperare che sia la volta buona, che tutte le politiche che verranno intraprese con la manovra abbiano come filo conduttore la sostenibilità, non solo ambientale. Quando parlo di sostenibilità intendo che tutto quello che viene deciso deve essere sostenibile, cioè praticabile nella realtà.

Teme tanto fumo e niente arrosto?

Ci sono delle intenzioni nuove e pienamente condivisibili. Ma poi occorre trovare il modo di mettere in pratica le scelte intraprese, ambientali ma non solo, nel breve e medio periodo. Non dobbiamo solo dire che siamo a favore dell’ambiente, perché è ovvio che lo siamo tutti o quasi. Ma cosa possiamo fare nel concreto? Questa è la domanda.

Il ministro Gualtieri punta a spacchettare gli investimenti green dal deficit, per esempio…

Mi pare un’operazione fattibile anche se non ho la palla di cristallo. Mi auguro di sì, anche perché è un’operazione molto importante per l’Italia. Pensiamo solo al fatto che da un paio di anni abbiamo lanciato la tematica dell’efficienza nei condomini, dove vive il 77% degli italiani. Introdurre la cessione del bonus bonus ha significato poter rendere accessibili i contributi anche agli anziani. Questo significa che se avessimo lo scorporo degli investimenti dal deficit avremmo l’opportunità di aumentare queste operazioni per la riqualificazione energetica.

La Germania ha preso sul serio la questione ambientale, lanciando un piano da 50 miliardi finanziabile tramite emissione di capitale. Che ne pensa?

Queste sono questioni che devono analizzare i ministeri competenti, i quali hanno il quadro complessivo della situazione. Anche qui, per riallacciarmi al tema della sostenibilità, occorre verificarne la messa in pratica. Chiediamolo a Gualtieri…

Testa oggi l’ambiente è la sfida delle sfide. Ma non crede che in passato l’Italia nel nome dell’ambiente abbia rinunciato alla possibilità di beneficiare di risorse energetiche importanti? Mi riferisco al caso delle trivelle…

Credo che dovremmo evitare di prendere queste cose da un punto di vista ideologico, ma cercare di verificare realisticamente cosa si può fare e cosa no. Sull’estrazione di petrolio, i rischi sono molto elevati oggi, già con il gas i rischi si riducono. Questo per dire che la questione va affrontata analiticamente e in maniera diversificata, così forse troviamo il modo giusto per capire quale è la scelta migliore.

L’Italia ha in passato sperimentato l’erogazione di incentivi a pioggia per l’energia pulita. Ma non sempre è stato un bene. Non è meglio investire invece che irrorare il Paese di incentivi?

Noi abbiamo dato gli incentivi più alti al mondo sul fotovoltaico, perché dovevamo recuperare un ritardo, riuscendoci. Quelli che però hanno investito se ne sono andati praticamente tutti. Adesso ci sono incentivi sull’efficienza energetica, che vanno direttamente sul cittadino e su un settore come l’edilizia, che se si rimette in moto è sicuramente un volano per l’economia. Gli incentivi dunque si possono fare e dare, ma vanno fatti e dati bene.

In definitiva, c’è da essere contenti della vocazione verde di questo governo?

Assolutamente sì.

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