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Tunisia, ecco chi sono le due sorprese alle elezioni presidenziali

Dai primi exit poll emerge un ballottaggio che in pochi si aspettavano dopo il primo turno delle elezioni presidenziali in Tunisia. Il giurista Kais Saied e il tycoon Nabil Karoui tra un mese saranno impegnati al secondo turno, con un messaggio molto chiaro: gli elettori hanno scelto di cambiare, quindi hanno dato fiducia a due nomi lontani dall’establishment politico di ieri.

SORPRESE

Il giurista e costituzionalista 61enne Kais Saied è giunto primo con il 19 per cento delle preferenze. È stato abile nel fare breccia sui più giovani, pescando anche nel bacino storico di Ennahda, cavalcando temi molto sentiti come le questioni sociali, la riforma dell’uguaglianza di genere nelle eredità, la depenalizzazione dell’omosessualità e l’abolizione della pena di morte. Il nome di Saied comunque era dato tra i favoriti sin dagli ultimi sondaggi.

Al secondo posto il Berlusconi tunisino, Nabil Karoui, col 15%: tycoon e uomo d’affari si è caratterizzato in queste presidenziali per un approccio imprenditoriale, con squadre di volontari, una sede elettorale quella di Cartagine organizzata all’europea maniera e grafici per analizzare i trend di voto.

La sua fortuna nasce dal settore pubblicitario, dove muove i primi passi fondando poi il noto canale Nessma TV, grazie all’appoggio di Zine El Abidine Ben Ali. Dopo la Rivoluzione dei Gelsomini nel 2011 ha curato l’esperienza politica di Beji Caid Essebsi, mente del partito Nidaa Tounes, in antitesi all’islamismo. Ma a questo giro ha deciso di scendere in campo personalmente.

Male Abdelfattah Mourou, testa di ponte del partito islamico conservatore Ennahda, fermo all’11 per cento, seguito da Abdelkrim Zbidi (9,4 per cento) e Youssef Chahed (7,5 per cento) che nonostate le cariche (ministro della Difesa e del capo del Governo) non sono riusciti ad emergere.

SCENARI

Due i dati analitici che spiccano da queste urne: l’affluenza e la discontinuità con il governo in carica. L’apatia elettorale si ritrova nel crollo dell’affluenza, dal 64% del 2014 al 45% di ieri. Segno che la depressione “politica” che serpeggia fra i più giovani, mescolata alle tentazioni di sposare la causa dei foreign fighters (la Tunisia è il paese da cui in tantissimi sono partiti per abbracciare l’Isis) sono due elementi oggettivi.

In secondo luogo il voto affidato a Kais Saied e a Nabil Karoui dimostra la sfiducia verso l’attuale classe dirigente tunisina, incapace secondo i cittadini di interpretare il senso della Rivoluzione dei Gelsomini. Infatti la popolarità dell’ex premier Chahed è stata offuscata da un’economia lenta e dall’aumento del costo della vita (più un terzo rispetto al 2016), mescolati alla disoccupazione schizzata al 15%. Il primo ministro si è anche trovato a dover negare con veemenza le accuse secondo cui la detenzione di Karoui era stata ispirata politicamente.

LETTERA

La moglie del tycoon Karoui, Salwa Smaoui, ha diffuso ai media una lettera scritta da suo marito attualmente detenuto in carcere. Ha detto che suo marito ha ritenuto che le stime degli exit pool rappresentano un messaggio molto forte per i loro detrattori. Ha anche invitato il giudice istruttore a rilasciare suo marito. “Oggi il popolo tunisino ha scelto due candidati per il secondo turno delle elezioni presidenziali e spero che questa ingiustizia finisca presto”, si legge. Ha ringraziato moglie e figli e si è congratulato con l’esercito nazionale e l’istituzione di sicurezza per aver assicurato il regolare svolgimento delle elezioni.

twitter@FDepalo



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