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Ue e Turchia verso una nuova crisi dei migranti?

La Cancelliera Angela Merkel teme una nuova crisi dei migranti? Intanto mette in agenda una visita dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che pochi giorni fa ha minacciato l’Ue (nonostante abbia ricevuto 6 miliardi per l’accordo si migranti) di aprire le frontiere ad altri 4 milioni di profughi siriani. In Grecia intanto il governo costruisce altri hotspot.

QUI BERLINO

La Turchia rivendica un primato mondiale, come ha ribadito il vice ministro degli Esteri turco Faruk Kaymakci: ospita quasi 4 milioni di migranti siriani, più di qualsiasi altro Paese. E dopo i recenti disordini nella provincia siriana di Idlib, in prossimità del confine turco, minaccia l’arrivo di altre centinaia di migliaia.

Anche per questa ragione la cancelliera tedesca mette in agenda un vertice con Erdogan: “Le relazioni tra Turchia e Germania – ha osservato Kaymakci in occasione di un suo viaggio a Berlino – sono state normalizzate, possiamo dirlo con sicurezza. Ma la normalizzazione non è abbastanza per noi. Dovremmo migliorare ulteriormente i nostri legami”. E se la delegazione turca ha fatto un generico riferimento a nuove partnership per rafforzare la cooperazione in economia e commercio, il pensiero corre, secondo fonti diplomatiche, anche agli aiuti finanziari forniti dall’Ue alla Turchia per sostenere i rifugiati dalla Siria. Di sicuro parleranno di affari: FlixBus, player globale di mobilità, fornirà mezzi alla mobilità pubblica turca.

NUMERI

Finora la Turchia ha speso 40 miliardi di dollari per i rifugiati siriani, ha detto Kaymakci: “Sebbene l’Ue abbia impegnato 6 miliardi di euro per i rifugiati siriani in Turchia, finora ha speso solo 2,1 miliardi di euro”. Ma Bruxelles invece ne conferma 5,6. Numeri che erano alla base dell’accordo Turchia-Ue 2016 sui rifugiati, progettato per impedire l’afflusso di milioni di persone in Europa dalla Siria. Sul punto due giorni fa il presidente turco aveva minacciato Atene e Bruxelles di consentire il passaggio a milioni di nuovi migranti.

A temere anche la Grecia, vista la vicinanza geografica e la situazione di collasso nelle isole orientali di Mitylini, Kos e Chios. Il governo di Atene al fine di affrontare possibili nuove ondate e per smistare gli esuberi delle isole più provate allestisce nuovi centri di accoglienza. Uno dei quali in Fthiotida, presso il sito “Georgios Papapostolou” a Karavomilos, come confermato dal ministro greco degli interni Michalis Chrysochoidis.

TREND

Ma Erdogan freme, anche per due questioni: il gas a Cipro e la decisione degli Usa di stabilire in Grecia un nuovo hub geopolitico. Sulla prima, ecco la voce comune dei governi di Cipro e di Grecia che con i rispettivi leaders, Anastasiades e Mitsotakis, hanno espresso forte preoccupazione per le operazioni offshore illegali della Turchia, oltre che per i piani nella città contesa di Famagosta. Per questo ribadiscono la loro assoluta volontà di “riprendere negoziati sostanziali che porteranno a una soluzione praticabile e funzionale al problema di Cipro, senza garanzie e truppe straniere, in conformità con il diritto internazionale e in conformità con il diritto internazionale”.

twitter@FDepalo

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