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Vecchio centrodestra è morto. Il futuro sarà nazional-sovranista. Parla La Russa

Forza Italia decida quale sarà la sua strada: se tattica, con i mille e diversi petali di una margherita, oppure se convergente con la nostra idea di area nazional-sovranista. Così il vicepresidente del Senato ed esponente storico della destra italiana, Ignazio La Russa, spiega a Formiche.net il bivio a cui sono chiamati gli azzurri (assenti ieri in piazza con Fdi e Lega).

Cosa resta del centrodestra dopo che Forza Italia ha disertato la piazza sovranista di ieri?

Non credo che ieri sia stato un crinale, semmai è da prima che questo problema ce lo poniamo. Anche durante il governo gialloverde abbiamo sottolineato che il centrodestra, così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, non c’è più. Ma non per ieri, non esisteva più da quando Forza Italia non è più il primo partito della coalizione. Torno ancora più indietro: FI ha finito di esistere quando è stato siglato il Patto del Nazareno, quella la vera frattura.

Vede margini per ricomporre o è finita un’era?

Quello di ieri è un passaggio importante, ma non lo considero del tutto negativo perché sarà utile per costruire su nuove basi un’area che non potremo più chiamare centrodestra, ma nazional-sovranista. E non escludo che FI possa maturare una linea politica compatibile con questa. Ciò che chiedo a loro è di decidere quale sarà la strada da imboccare.

Troppa tattica?

Ad oggi in FI vi sono diversi incroci che non convincono. Fino a un mese fa c’era Toti coordinatore e oggi non c’è più, al pari della Carfagna. Ieri ha parlato la Gelmini ma il vice è Tajani. Insomma, Berlusconi che conosco molto bene e che stimo, ha sempre avuto come strategia quella di tenere nel mazzo del suo partito tutte le opzioni possibili. Ma alla fine credo che si debba giungere ad una conclusione, non essendo più FI un partito a due cifre.

Berlusconi verrà attratto da Renzi o da Cairo?

Quando FI sceglierà con chiarezza una sola opzione e se sarà assimilabile con l’area di Fdi e Lega, diversi ma compatibili, allora saprò dare una risposta. In quel caso saremo tutti all’opposzione e pronti a marciare insieme. Diversamente non sarà più centrodestra.

Il Msi riuscì ad evolversi in An anche grazie alla spinta, targata Pinuccio Tatarella, verso una cultura di governo. Eppure la Lega controlla già le più importanti regioni italiane. Cosa manca allora?

Alla Lega manca un Tatarella, con tutto il rispetto per Giorgetti e Salvini non lo voglio paragonare, nel bene o nel male, a Fini. C’è stato un deficit di politica nella Lega nei suoi mesi al governo. Pinuccio fu quello che contribuì, nella storia della destra politica italiana, a farci passare da una posizione prettamente ideale ad una fase in cui la politica con la P maiuscola era l’avanguardia. Ciò è mancato alla Lega e i risultati si sono visti.

A risolvere il puzzle, che non fa quadrare le sorti del destracentro, arriverà Cairo a scompaginare tutto e tutti, come fu il Cavaliere nel 1993?

Conosco Cairo da tempo e lo apprezzo come imprenditore. Ma il mito dell’imprenditore che arriva e salva l’Italia l’abbiamo già consumato. Berlusconi non è stato solo un imprenditore, era ed è un personaggio unico. Attenzione, la storia non si ripete mai. Credo che Cairo faccia bene a dire che la politica non lo interessa.

twitter@FDepalo


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