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Gualtieri è la scelta migliore. Lo dicono i mercati e l’Europa. Parla Vincenzo Visco

Era dai tempi di Giulio Tremonti, ministro nell’ultimo governo Berlusconi caduto sotto i colpi di uno spread di oltre 550 punti base, che a Via XX Settembre non si vedeva un politico. Da quei giorni, era il novembre del 2011, di acqua sotto i ponti ne è passata e di avvicendamenti alla scrivania che fu di Quintino Sella, se ne sono visti molti. L’ultimo dei quali ha visto Giovanni Tria, professore a Tor Vergata, passare il testimone a Roberto Gualtieri (qui un profilo), eurodeputato del Pd e fino a due giorni fa presidente della Commissione per in problemi monetari in seno all’Europarlamento. Un politico al posto di un tecnico, appunto. Una scelta che a sentire chi nel grande Palazzo a ridosso della stazione Termini c’è stato ben quattro volte (anche quando il Tesoro era scorporato dalla Finanze), è azzeccata. Vincenzo Visco, ministro del Tesoro e dell’Economia nei governi Ciampi, Amato e Prodi, non ha dubbi sulla scelta di Gualtieri.

Visco, ecce homo: Gualtieri all’Economia. Un politico dopo tanti tecnici, Grilli, Saccomanni, Siniscalco…Che effetto le fa?

Mi pare una delle non moltissime scelte felici fatte nella composizione di questo governo. Penso che quello sia un posto dove deve andare un politico, per 100 mila ragioni. Tanto per cominciare i tecnici non sono in grado di capire la gerarchia delle necessità del Paese. E questo perché mettono al primo posto le soluzioni tecniche, trascurandone l’impatto sulla gente e sull’economia. Il che non vuol dire che un politico non sia in grado di essere rigoroso. Ma un ruolo di questo tipo richiede di saper far politica e il tecnico non la sa fare, perché a sua volta risponde solo ai tecnici.

Allora Gualtieri è l’uomo giusto?

Certamente. In più, a differenza degli altri, è uno storico e questo vuol dire che ha una visione più ampia degli altri, che erano economisti. Inoltre c’è da dire che spesso i tecnici sono vittime della burocrazia e dell’ortodossia di Bruxelles. Il nuovo ministro ha avuto un’esperienza al parlamento Ue, conosce le procedure, va benissimo. Però rimane una questione aperta, molto grossa, che però non dipende da Gualtieri.

Sarebbe?

L’unificazione tra Tesoro ed Economia, che io feci, sbagliandomi. Le tasse in Italia sono il punto più importante di qualsiasi attività di governo, soprattutto in questo Paese dove c’è un’alta evasione. E il ministro del Tesoro non sapeva assolutamente nulla di tasse, finendo con il delegare tutto a qualche viceministro o sottosegretario. Il rischio che accada anche questa volta c’è. Magari si potrebbe pensare a dividere di nuovo i ministeri e questo perché il ministro del Tesoro passa da una riunione all’altra e non ha la possibilità di avere una presa forte sull’amministrazione. Tesoro e Finanze insieme non funzionano, ma come detto questo non dipende da Gualtieri.

Parliamo di Europa. Nei mesi del governo gialloverde i nostri rapporti con l’Europa non sono stati idilliaci. Ma ora con Gualtieri che europeista lo è, forse…

Da adesso in poi i nostri rapporti con l’Ue saranno proprio idilliaci invece. Basti guardare la reazione dei mercati, è bastato che se ne andasse questo governo e lo spread si è dimezzato. Mi pare evidente. Ieri Christine Lagarde (neo governatore della Bce, ndr) ha dato un grande appoggio a Gualtieri. Che non è, mi permetta, un europeista di maniera, uno che dice sempre sì a tutti. Al contrario si è spesso battuto in Ue per un cambio di linea politica. Poi, comunque, si vedrà che succede.

Va bene, ma come la mettiamo con il M5S? Un ministro dem può pensare di convivere con un azionista di governo come il Movimento? Vista la strategicità del dicastero…

Si vedrà, ma mi creda il M5S sono una marmellata, un po’ come il Pd anche se lo è di meno. I 5 Stelle hanno votato per il presidente della commissione Ue insieme al Pd e poi se Salvini è riuscito a depotenziarli in un anno perché non ci può riuscire il Pd?

Visco tra poco ci sarà da scrivere la manovra. Si parte da 27 miliardi tra Iva e spese indifferibili. E poi?

Non ci saranno grosse difficoltà. Credo ci sia spazio per bloccare l’Iva, anche se non ho capito da dove si prendono i soldi. Ma non ci sarà spazio per altro, salvo un po’ di spesa per gli investimenti. Tutto il resto non troverò spazio, saranno cose per il futuro. Magari anche la riforma dell’Irpef su tre aliquote, come la vorrebbe il M5S. Ma onestamente ho dei dubbi su questa misura, non mi pare risolva il problema della tassazione sui ceti medi.

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