Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Arrivano quindici giorni da “brivido” per il governo giallo-rosso

rimpatri, bari,

“Questa Italia 5 Stelle vede il Movimento arrivare con una grande vittoria come il taglio dei parlamentari. E il M5S si darà un’organizzazione, si passa a un modello in cui ci saranno 80-90 persone che gestiranno il Movimento in tutta Italia. Abbiamo bisogno di un’organizzazione, di ruoli di responsabilità, sono d’accordo con Roberto Fico”.

Così Luigi Di Maio nell’intervista oggi a Maria Latella per Sky Tg24, parole che dobbiamo soppesare attentamente mentre il Movimento celebra tra mille tensioni (a Napoli, guarda un po’) i dieci anni di vita. Il punto centrale è tutto nella frase finale (quella in cui Di Maio si dice d’accordo con Fico) e per capirlo dobbiamo andare all’intera pagina 5 del Corriere di oggi, in cui il presidente della Camera parla di tutti gli argomenti dell’attualità politica e si “esibisce” in un difficile esercizio d’equilibrio: rispondere a diciotto (18) domande senza mai nominare Di Maio, cioè il “capo politico” del suo partito (mentre invece cita Beppe Grillo).

Insomma Di Maio si sforza di applicare una tecnica tipica della boxe, cioè “abbraccia” l’avversario per evitare che ad un primo colpo micidiale ne seguano altri. Questo è lo stato dell’arte nel movimento, attraversato da tensioni forti che il pur innegabile successo politico della riduzione dei parlamentari non può cancellare, non fosse altro per il fatto che molti di quelli che hanno votato a favore l’hanno fatto con la morte nel cuore (per evidenti ragioni, un gran numero di quei seggi è ora estinto).

Mentre il premier Conte gira per l’Italia mietendo consensi notevoli (peraltro evidenziati anche da Nando Pagnoncelli proprio oggi sul Corriere) e raccogliendo un lungo ed insistito applauso al summit Coldiretti di Cernobbio, il governo deve quindi fare i conti con le traversie dei due maggiori partiti, Pd e M5S. Traversie che avranno nei prossimi quindici giorni una doppia prova di fuoco.
La prima nel prossimo weekend, quando la scena sarà interamente occupata da Matteo 1 (Salvini, con la sua manifestazione a Roma) e Matteo 2 (Renzi, con la sua edizione numero 10 della Leopolda). Vedremo cosa diranno ma possiamo essere certi che non saranno d’aiuto (per motivi diversi) nel rendere l’atmosfera meno elettrica.

Una settimana dopo arriverà poi il voto umbro, che sembra avviato a dare un forte dispiacere alla neonata alleanza giallo-rossa, almeno stando ai dati disponibili e pubblicati. Questo doppio passaggio sarà fondamentale per capire quanto abbrivio ha il governo e quindi su quale orizzonte temporale può ragionare il presidente Conte. Il professore è forte, ormai perfettamente a suo agio nel ruolo e piuttosto solido nella sua dimensione internazionale. Però deve dimostrarsi capace di spegnere le polemiche in tema di intelligence, perché quei mondi non possono stare troppo a lungo in prima pagina.

E se quell’incendio non smette di essere alimentato vuol dire che il problema sta “sopra”, cioè nell’autorità politica.

×

Iscriviti alla newsletter