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Gli Usa rispondono alla Cina. Blocco all’export e sponda Nato sul 5G

La Nato prende posizione contro il 5G cinese. Nel giorno in cui si svela un nuovo piano del dipartimento del Commercio Usa per bloccare l’export di tecnologie avanzate alla Cina, le richieste americane agli alleati trovano finalmente sponda a Bruxelles. Il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg lancia infatti un fronte comune per contrastare l’assertività cinese. Si tratta di “nuovi requisiti-base condivisi per la resilienza delle telecomunicazioni, inclusi quelli per le reti 5G”, annunciati nell’apertura dei lavori del vertice tra i ministri della Difesa, l’appuntamento periodico per cui è arrivato in Belgio anche Lorenzo Guerini.

L’APPUNTAMENTO…

Tra crisi siriana e rischio di scivolamento turco verso est (nelle braccia di Vladimir Putin), l’appuntamento si presentava già alla vigilia particolarmente delicato. Senza contare che nell’agenda era previsto anche il burden sharing, il dossier relativo al 2% del Pil da spendere nella Difesa su cui gli Usa rimproverano da tempo gli alleati (Italia compresa). In questo quadro già ricco, si è inserito con successo il tentativo americano di trasferire nell’Alleanza il confronto a tutto tondo con la Cina. La richiesta è simile a quella avanzata sul contrasto all’Iran, con il segretario alla Difesa Mark Esper che non a caso è arrivato a Bruxelles dopo un viaggio in Arabia Saudita in cui ha confermato il potenziamento del supporto militare a Riad.

…E IL PIANO

Sul dossier cinese le richieste sono ancora maggiori. È nota la preoccupazione americana per l’avanzata del Dragone in campo tecnologico, soprattutto per quanto riguarda il 5G e i colossi come Huawei considerati suoi pericolosi tentacoli. Ora, il New York Times rivela una nuova freccia pronta per l’arco americano: il Bureau of Industry and Security del dipartimento del Commercio sarebbe pronto a porre, nel giro di qualche settimana, nuove restrizioni sull’export alla Cina di tecnologie avanzate. Sul tema, da diversi mesi gli Stati Uniti hanno imposto un blocco alle proprie aziende sulle componentistiche dirette ai colossi cinesi, non senza preoccupazione da parte del comparto americano. Adesso l’amministrazione Trump sarebbe pronta ad alzare l’asticella, vietando l’esportazione di tecnologie relative a stampa 3D, cloud computing, e algoritmi su intelligenza artificiale. Il dossier è dibattuto all’interno dell’amministrazione, dove tuttavia la linea dura del presidente sembra destinata a prevalere. A questo si aggiunge l’invito agli alleati.

LE PAROLE DI STOLTENBERG

Un invito colto da Jens Stoltenberg, che già questa mattina ha affidato a un’intervista al direttore de La Stampa Maurizio Molinari le sue “forti preoccupazioni” per l’assertività di Pechino e Mosca, specie nel campo cibernetico e delle telecomunicazioni. Il 5G cinese? “È una sfida”, spiega il segretario generale, che ricorda: “La Cina ha il secondo budget militare del mondo, investono in tecnologie avanzate e nuovi missili di precisione, strategici e a medio raggio”. Per ragioni storiche, ha aggiunto, “la Nato si è concentrata sull’Urss/Russia, ma ora l’equilibrio globale cambia per la crescita cinese”. Si punta a “una relazione aperta con Pechino perché è una grande opportunità economica per molti alleati”. Al tempo stesso “vi sono delle sfide”. Nessuno, ha detto il segretario generale, “vuole che la Nato si spinga fino al Mar della Cina Meridionale, ma è la Cina che si avvicina a noi: in Africa, nel Mediterraneo, nell’Artico e nel cyberspazio”. Così, “in una maniera o nell’altra dobbiamo affrontare tale scenario”.

COME CAMBIA LA MINACCIA RUSSA

Il tema è in discussione tra i ministri della Difesa dell’Alleanza, da cui Stoltenberg aveva spiegato di attendersi “un accordo” che assicuri più intelligence, più cyber difesa, più risorse e strutture civili più resilienti”. Il riferimento del segretario generale è soprattutto al fronte cibernetico, dove anche l’assertività della Russia preoccupa i quartieri generali alleati. “Da quanto abbiamo visto, vogliono intromettersi nei nostri processi democratici; per questo dobbiamo difenderci”, ha detto Stoltenberg. “In più Paesi Nato – ha aggiunto – abbiamo assistito a interferenze russe nella vita politica per indebolire le istituzioni democratiche anche grazie alla disinformazione, ai social media ed agli attacchi cyber”. La minaccia va presa “molto seriamente”.

VERSO IL SUMMIT DI LONDRA

La parola d’ordine è collaborazione e apprendimento reciproco tra alleati. Se ne discuterà anche al summit di Londra, ha detto Stoltenberg, dove i capi di Stato e di governo si ritroveranno a dicembre per chiudere le celebrazioni per i settant’anni dell’Alleanza. Gli alleati devono apprendere gli uni dagli altri come meglio difendersi”. Quello cibernetico, ha aggiunto, “è il maggior salto dalla fine della Guerra fredda”, un balzo da affrontare “con nuove forze e nuove strutture di comando”. Su questo, ha ammesso, “mi aspetto che confermino la Nato come la più forte alleanza del mondo; dobbiamo restare uniti ed adattarci ad un mondo che cambia”.



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