Skip to main content

Ecco cosa chiederà l’Ue al governo nella lettera annunciata da Dombrovskis

L’Italia riceverà la lettera della Commissione europea con una richiesta di chiarimenti sulla legge di Bilancio 2020. La notizia era filtrata nei giorni scorsi ed è stata confermata dal vicepresidente dell’esecutivo Ue Valdis Dombrovskis in un’intervista a Reuters. “Dove vediamo rischi di devianza dalle regole di bilancio della Ue chiediamo a questi Paesi ulteriori chiarimenti. E l’Italia – ha detto – sarà tra quei Paesi a cui chiederemo ulteriori chiarificazioni”. Saremo in buona compagnia, ma per il governo non è comunque una buona notizia, visto che un rapporto più disteso con l’Europa è considerato dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri il principale asset dell’esecutivo giallorosso.

A fare scattare l’allarme alla Commissione sono alcune stime sui conti pubblici, alle quali aveva già accennato nei giorni scorsi il commissario uscente agli affari economici Pierre Moscovici.

La legge di Bilancio 2020 è basata su una previsione di deficit superiore a quella concordata. Non c’è la correzione del deficit strutturale (cioè un avanzo calcolato al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum) dello 0,6% prevista dai Patti, mentre c’è un leggero deficit strutturale dello 0,1%. Facile immaginare che tra le richieste di Bruxelles ci sia una correzione quantomeno per azzerare il deficit strutturale e rimettere l’Italia nel binario dell’obiettivo di medio termine, quindi la riduzione progressiva del deficit fino al pareggio di bilancio.

Improbabile – e su questo si registrerà una differenza di trattamento rispetto al precedente governo – che scatti il meccanismo che porta alla procedura per debito eccessivo. Il deficit nominale per il prossimo anno è previsto al 2,2 e non c’è un aumento così marcato come quello imposto dal precedente governo all’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria (che poi ha corretto il tiro trovando un accordo con Bruxelles).

La lettera in preparazione a Bruxelles non è una bocciatura, è quasi un atto dovuto e di natura tecnica. Ma la richiesta di chiarimenti che arriverà da Bruxelles sarà anche un segnale politico, la dimostrazione che l’Unione europea, soprattutto nella prima fase del mandato di Ursula von der Leyen, non è intenzionata a concedere al secondo governo Conte nulla di più del dovuto. Nel prossimo esecutivo europeo anche se Paolo Gentiloni ha ottenuto gli Affari economici, sarà Dombrovskis a vigilare sui nostri conti.



×

Iscriviti alla newsletter