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Russiagate, Conte va al Copasir (e la Lega affila le armi)

Si avvicina l’audizione di Giuseppe Conte al Copasir, presieduto da qualche giorno dal leghista Raffaele Volpi. Oggi, l’Ufficio di Presidenza dell’organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti riunito a Palazzo San Macuto, ha confermato l’intenzione di ascoltare il presidente del Consiglio già la settimana prossima, verosimilmente il 23 o 24 ottobre, compatibilmente agli impegni dell’inquilino di Palazzo Chigi (la data, dunque, mentre si scrive, non è stata ancora ufficialmente concordata). Oggetto della riunione: sia la relazione semestrale che Conte, in base alla legge del 2007 (ha, tra l’altro anche la delega all’intelligence) avrebbe tenuto in ogni caso, sia il Russiagate.

LE PAROLE DI VOLPI

Sono naturalmente i possibili sviluppi di questo secondo argomento che attirano l’attenzione mediatica e politica. Un’idea di quella che sarà l’audizione di Conte l’ha data nelle scorse ore, parlando con Libero, lo stesso Volpi, che ha naturalmente detto di non poter esprimere giudizi “prima di aver svolto le verifiche”. Ma che in ogni caso, pensa “che che non sia improprio che i nostri Servizi parlino con quelli di Paesi alleati, perché l’attività di intelligence è relazione”. Quello che si cercherà di stabilire sarà piuttosto “se è stato varcato il discrimine tra livello tecnico e politico, perché gli 007 non possono essere usati per svolgere compiti politici”.

LE DOMANDE DEL COPASIR

Cosa è successo tra i nostri servizi segreti e quelli americani nei giorni di agosto e settembre in cui il ministro della Giustizia Usa, William Barr, autorizzato da Conte, ha incontrato i nostri 007 (senza che delle riunioni fosse a conoscenza quasi nessuno)? E quale è stato il grado di coinvolgimento dell’inquilino di Palazzo Chigi, che ha conservato finora la delega ai servizi segreti? Saranno dunque questi alcuni dei principali aspetti che saranno approfonditi a breve dal Copasir.

L’AFFONDO DI SALVINI

Un tema che, dal lato del centrosinistra, e in particolare di Matteo Renzi, è stato finora affrontato con una richiesta di chiarimenti e il “consiglio” a Conte di nominare, come non accade da tempo, una autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica. Dai toni ben diversi, invece, la linea dell’altro Matteo, Salvini, prima da Lucia Annunziata a In Mezz’ora in più (“Conte deve spiegare al Copasir se ha utilizzato i servizi segreti a scopi politici”) e poi in un’intervista al Foglio. “Non so se Conte abbia fatto qualcosa di sbagliato ma, a giudicare dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, lo hanno smentito tutti (…), Mattarella, gli americani, il Pd”. Mentre su possibili retroscena e complotti contro il governo gialloverde il leader della Lega ha aggiunto: “Trump che arriva a definire Conte un uomo di enorme talento sì, va bene, ma in cambio di cosa?”, si domanda riferendosi al tweet di endorsement del presidente Usa per Conte. “Lo scopriremo solo vivendo. Il Copasir adesso ha un presidente, il nostro Volpi, e svolgerà i dovuti approfondimenti”.

LA STRATEGIA DI CONTE

Parole che evidenziano il clima che avvolge la vicenda, destinata probabilmente a non esaurirsi in tempi brevi anche perché, come ha notato su queste colonne Giuseppe Esposito, già vicepresidente del Copasir, avviene in un momento nel quale il Comitato è diviso. Nel frattempo Conte ha cercato di minimizzare, auspicando che la convocazione avvenga il prima possibile per porre fine alle voci e alle dichiarazioni che si susseguono, spiegando di poter dare – prima al Comitato di vigilanza sull’intelligence e dopo all’opinione pubblica – una spiegazione precisa e puntuale di quanto accaduto. Non è chiaro se basterà, anche perché i filoni aperti in questa vicenda, notano gli addetti ai lavori, sono ancora diversi. Intanto gli occhi sono tutti puntati sul suo passaggio a Palazzo San Macuto.

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