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Danno ambientale, l’Italia prima in Europa per casi dichiarati. Il Rapporto Ispra

Sono 30 i casi per i quali è stato accertato un grave danno o minaccia ambientale nel nostro territorio. In 10 di questi casi il ministero dell’Ambiente si è già costituito parte civile e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha avviato le procedure su località, danni provocati all’ambiente circostante, lavori di riparazione da eseguire e costi dell’operazione. E per la prima volta il nostro Paese si dota di un resoconto nazionale delle istruttorie tecnico-scientifiche avviate: lo fornisce il Primo Rapporto sul danno ambientale, presentato oggi alla Camera dei Deputati.

I 30 casi riguardano soprattutto le acque sotterranee (32%), laghi e fiumi (23%), suolo (19%). Tra i casi accertati ricordiamo le discariche di Chiaiano e Casal di Principe in Campania; quelle di Malagrotta e Anagni nel Lazio; quella di Bellocampo in Sicilia; le emissioni della Tirreno Power a Vado Ligure; l’interramento di fanghi e scarti di lavorazione a Rende in provincia di Cosenza.

“Dal punto di vista normativo il danno ambientale è una materia complessa – ha esordito il direttore generale di Ispra Alessandro Bratti, (in foto) presentando il Rapporto – mancano i decreti attuati e le normative non vengono applicate in maniera omogenea nei diversi Stati membri dell’Unione Europea”.

Il “danno ambientale” (“deterioramento significativo e quantificabile, provocato dall’uomo, ai suoli, alle specie, agli habitat, alle acque”) è stato introdotto nell’ordinamento nazionale nel 2006 (Decreto Legislativo 152), recependo la direttiva europea 2004/35/CE, che ha introdotto una disciplina unica in tema di responsabilità e riparazione. L’Italia ad oggi è il Paese che dichiara più casi in Europa, anche se restano ancora da definire alcuni importanti temi, come stabilire i criteri per definire la procedura amministrativa, la copertura assicurativa del danno, i criteri di accertamento e quelli di riparazione.

Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut, ha annunciato che “nella riorganizzazione del ministero è prevista una direzione che si occuperà del danno ambientale. Esiste anche la necessità di potenziare Ispra, supportando l’istituto con maggiore forza per sviluppare le procedure conseguenti. Il Rapporto presenta, in termini di risanamento, una fotografia che incide sui nostri comportamenti e sugli indirizzi delle istituzioni”.

Degli oltre 200 casi segnalati dal ministero dell’Ambiente, tra il 2017 e il 2018 sono state aperte 161 istruttorie, grazie alle verifiche sul campo da parte di Ispra. La Sicilia è la regione dove sono state aperte più istruttorie (29), seguita dalla Campania (20), Lombardia (14) e Puglia (13). Le attività di potenziali danni all’ambiente sono risultate soprattutto quelle svolte dagli impianti di depurazione e di gestione dei rifiuti, da cantieri edili e di realizzazione delle infrastrutture, dagli impianti industriali.

L’accertamento tecnico-scientifico svolto da Ispra costituisce la base tecnica per la successiva attivazione, da parte del ministero, delle procedure giudiziarie di riconoscimento del danno e dell’obbligo di avviare la riparazione.


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