“Più che di una rinnovata ‘democrazia cristiana’, ragionerei, come suggeriva Pietro Scoppola, di una rinnovata democrazia dei cristiani”. A parlare è Giuseppe Conte, l’occasione la celebrazione del centenario della nascita di Fiorentino Sullo, padre costituente e tra i padri della Democrazia cristiana, eletto in Parlamento con la Dc per sei legislature consecutive e più volte ministro e sottosegretario.
Con l’occasione del ricordo del politico irpino, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’apporto che i cattolici hanno dato e possono ancora dare all’Italia: “Oggi più che mai i cattolici sono chiamati a fornire il loro contributo di idee, di cultura politica e istituzionale, di credibilità personale, di passione civile. Oggi più che mai sono chiamati, coraggiosamente, a fornire la loro testimonianza misurando lo scarto che esiste tra gli aneliti religiosi e le difficoltà secolari”.
L’azione politica italiana, ha sottolineato il presidente del Consiglio, si deve ispirare a quei valori “che la tradizione politica del cattolicesimo democratico ha elaborato nel XX secolo” e che rappresentano “una risorsa etico-politica alla quale poter attingere, anche muovendo da prospettive differenti, con lo scopo di individuare i percorsi più efficaci per realizzare il bene comune”.
Ed è a questi valori che il nuovo umanesimo a cui spesso ha fatto riferimento Conte, si ispira. “Certamente il nuovo umanesimo, al quale è ispirata la mia azione politica e che alimenta il mio impegno al servizio del Paese, trae nutrimento da quel patrimonio di valori che merita di essere attualizzato e vivificato, per i tratti di sorprendente modernità che vi si scorgono e, soprattutto, per la sua capacità di offrire risposte ai bisogni più profondi dell’uomo contemporaneo, attraversato da nuove paure e da un rinnovato senso di smarrimento e di finitudine”.
Uno sguardo al passato, insomma, che ispiri le azioni del futuro, rilanciando il pensiero di un altro padre della cultura cattolica, don Luigi Sturzo, di cui si celebra quest’anno un altro centenario, quello dell’appello ai liberi e forti. “In definitiva – ha detto Conte -, a distanza di 100 anni, pur in un contesto politico e sociale differente, rimane attuale l’appello di don Sturzo ai cristiani, agli uomini liberi e forti. Un nuovo protagonismo dei Cristiani nella Democrazia può costituire una risorsa per alimentare una politica fondata su un nuovo umanesimo”.