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Discontinuità in Sogin senza aspettare oltre. Parla Pirani (Uiltec)

“In Sogin è tutto da cambiare. Ci preoccupiamo per la sicurezza del Paese, di quella dei lavoratori, ma a partire da questi punti funziona poco o niente”. Il grido d’allarme lo lancia Paolo Pirani, Segretario generale della Uiltec che ribadisce l’urgenza impellente di designare un nuovo “management” della società in questione, “essendo improrogabile una profonda ristrutturazione della stessa con criteri di forte discontinuità rispetto alle gestioni precedenti”.

La Sogin è la società dello Stato cui è affidato il compito di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi e smantellare gli impianti nucleari italiani. Secondo Pirani da una parte “è evidente un’inefficace gestione dei rifiuti nucleari a causa di una vera e propria crisi di sistema; dall’altra una difficoltà di manutenzione dei siti, a cominciare dai sistemi di distribuzione elettrica, presenti presso gli impianti nucleari”

Esempi concreti di questa incapacità gestionale?

Riguardo alla crisi di sistema della società i costi i complessivi, che traguardano la fine attività fino al 2050, ammontano ad un valore superiore ai 7 miliardi di euro. Per quanto concerne la manutenzione basta citare l’incidente accaduto a fine settembre di quest’anno nella centrale nucleare di Caorso dove un operaio di una ditta esterna di manutenzione è rimasto folgorato per un guasto all’impianto elettrico del sito. Un incidente analogo era accaduto tre mesi prima nella stessa centrale, senza danni a persone, per pura fortuna. Così non si può andare avanti. L’invecchiamento dei siti gestiti da Sogin, a causa degli enormi ritardi accumulati nel decommissioning, è evidente, e riguarda non solo gli impianti nucleari, ma anche quelli convenzionali; non facendo manutenzione su questi ultimi, altri incidenti di questo tipo potranno presto ripetersi.

E i sindacati come hanno reagito?

Nel caso specifico di Caorso, con un protocollo ‘ad hoc’ attraverso cui creare un ente bilaterale che definisca un vademecum operativo per i lavoratori, sia dipendenti Sogin che delle ditte in appalto. Come Uiltec da circa un anno chiediamo la sostituzione dei vertici di Sogin che non si sono dimostrati all’altezza dei compiti per cui erano stati nominati. Abbiamo avuto a che fare con una gestione che ha rallentato pesantemente le attività, anche con bizzarre decisioni come la risoluzione del contratto Cemex, e fatto lievitare i costi che gravano tutti sulla bolletta elettrica. Occorre sanare questo stato di cose attraverso la designazione di persone capaci e competenti, nel segno della discontinuità gestionale.

Entriamo un po’ più nel merito?

Le operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, la loro messa in sicurezza durante tutte la fasi dei lavori, il condizionamento dei rifiuti radioattivi, negli ultimi anni hanno accumulato notevoli ritardi; ciò ha comportato una crescita dei costi dai quasi 4 miliardi di euro preventivati nel 2008 ai 7,3 miliardi del piano elaborato dall’attuale gestione. A questi vanno aggiunti più di 2 miliardi di euro per la realizzazione del deposito nazionale e per il conferimento di tutti i rifiuti stoccati in depositi temporanei. Si tratta di soldi che vanno sulle bollette elettriche e che pagano gli utenti. Per dire dei ritardi, nel triennio 2016-2018 sono stati eseguiti lavori di smantellamento solo per un terzo di quanto previsto dal piano industriale del 2013. E per l’anno in corso, ad oggi sono stati eseguiti lavori di smantellamento per 25 milioni di euro rispetto ad un preventivo 2019 di 115. Si tratta di cifre che rappresentano una società statale che non funziona.

Allora che fare?

C’è un governo in carica che deve farsi sentire. Proceda rapidamente a nuove nomine nel Consiglio d’Amministrazione scaduto ormai a luglio, che non abbiano nulla a che fare con la gestione attuale, sia in termini di vertice che di management. Il governo punti su personalità competenti e capaci, che conoscano gli aspetti tecnici e gestionali peculiari della società, in modo da poter rapidamente modificare in meglio il corso delle cose.


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