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Il proporzionale? Non è automatico. Guzzetta spiega la legge taglia parlamentari

Ma adesso non è automatico scegliere una legge elettorale ultra proporzionale, si potrebbe virare sul maggioritario senza svilire la rappresentatività per le minoranze. Ne è convinto il costituzionalista Giovanni Guzzetta, che ragiona su perimetro e conseguenze della riforma Fraccaro.

La “riforma Fraccaro” conserva il principio della rappresentatività?

Certo. Riduce la dimensione della rappresentanza, ma non uccide la rappresentanza stessa. Avevamo un numero di parlamentari per quote di popolazione secondo qualcuno eccessivamente alto, adesso è diminuito. In effetti in Europa avevamo un primato.

Da quando scatterà il taglio?

La legge stabilisce che la riduzione si applicherà a partire dal prossimo scioglimento delle Camere. È chiaro che vi sono degli adempimenti da svolgere e se si verificasse lo scioglimento adesso saremmo in presenza di un vuoto normativo, dal momento che bisognerebbe ridefinire i collegi, che sarebbero squilibrati nelle loro dimensioni.

Se si votasse domani?

È prevista quindi una delega al governo perché intervenga. Si tratta di un problema con cui abbiamo convissuto ogni volta che abbiamo votato la riforma delle legge elettorale. Nella maggior parte dei casi non sono state previste norme di salvaguardia che impedissero l’applicazione della legge malgrado la necessità di ridefinire i collegi. Magari si confida sul fatto che questi interventi verranno effettuati in un secondo momento.

E in caso di referendum?

L’entrata in vigore della legge sarebbe sospesa fino alla celebrazione del referendum. Ma se nei tre mesi dalla pubblicazione esso non sarà promosso, allora sarà applicabile.

Il taglio dei parlamentari è una misura utile o di piazza?

E’figlia di una scelta politica, per cui su questa non vedo profili di discutibilità tecnica. Ognuno avrà sul punto una sua opinione. Quello di cui sono convinto è che sicuramente non basterà a risolvere i problemi italiani, che sono ben altri: l’instabilità, la durata eccessivamente breve dei governi, la rissosità delle forze politiche e il trasformismo. Problemi atavici e antichi.

Crede sia questa l’anticamera ad una svolta ultraproporzionalistica guardando alla prossima legge elettorale?

Lo temo, assieme alla disonestà intellettuale di chi vorrebbe venderci la favola che dopo il taglio dei parlamentari, sia obbligatoria una nuova legge proporzionale: dal punto di vista tecnico, è una fandonia. Il Parlamento può scegliere ovviamente la legge che ritiene più giusta, ma non ci venga a raccontare che è una necessità. Sarebbe anche una contraddizione: da una parte si riduce la rappresentanza tagliando i parlamentari e poi si invoca la necessità di aumentare la rappresentatività. Non c’è nessun automatismo, anzi, l’esigenza di assicurare adeguata rappresentatività alle minoranza si può fare altrettanto bene, o forse meglio, con una legge maggioritaria.

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