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Iren diventa 25esima industria italiana per ricavi e pianifica 2 miliardi di investimenti green

Con quattro miliardi di ricavi nel 2018, un contributo al Pil italiano di 2,5 miliardi, Iren conquista la posizione di 25esima industria italiana. E per il futuro, il vertice della multiutility nata dalla fusione delle municipalizzate del Nord Italia conferma il piano da 3,3 miliardi di investimenti da qui al 2024, con l’obiettivo di mantenere il ruolo di motore dell’innovazione e della crescita sostenibile. Il dato emerge dallo studio di The European House – Ambrosetti sul ruolo della multiutility presentato a Milano durante il forum “Orientati al futuro 2. Strategie di sviluppo e valorizzazione dei territori”. Nel periodo 2014-2018, osserva lo studio – il titolo in Borsa è cresciuto del 128%, gli investimenti sono cresciuti del 71%.

“Nel 2018 Iren ha servito 405 Comuni in 11 Regioni per un totale di 4.260.405 abitanti, oltre il 7% della popolazione italiana”, ha commentato il presidente Renato Boero. Sempre secondo lo studio, gli occupati sono cresciuti del 56%. Il gruppo ha attivato oltre 28 mila posti di lavoro in Italia, tra effetto diretto, indiretto e indotto. Il 72% dei neoassunti in Iren è sotto i 30 anni, ha sottolineato Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti. La quota femminile è al 25,7% e la presenza nel consiglio di amministrazione è al 46% contro una media nazionale del 30%. Il 99% degli occupati è assunto a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda le infrastrutture, nelle reti idriche gestite dalla multiutility le perdite (34,8%) sono inferiori di 13 punti percentuali alla media nazionale. Le percentuale di raccolta differenziata (64,3%) nei territori serviti è superiore di 9 punti percentuali. Confermato il primato nazionale di Iren nel teleriscaldamento con la produzione dell’87% di energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate (media nazionale 35%).

L’amministratore delegato Massimiliano Bianco ha ricordato il piano da 3,3 miliardi di investimenti nei prossimi 5 anni “di cui la maggior parte in digitalizzazione e sostenibilità (la cifra prevista da qui al 2024 è di 2 miliardi, ndr). Negli ultimi tre anni Iren ha emesso green bond per 1,5 miliardi di euro, il 19% delle emissioni delle società quotate italiane”. Il futuro, ha aggiunto Bianco “si giocherà sulla capacità di dare risposte alle nuove sfide delle città italiane come la competitività, la sicurezza, l’inquinamento, la mobilità, il consumo di risorse, l’inefficienza infrastrutturale e i servizi integrati. In questo scenario, vogliamo giocare un ruolo da attore protagonista”.

Al centro del forum (anche grazie al contributo di David Gann, professore di Tecnologia e management dell’innovazione all’Imperial college di Londra, Juan Alayo, professore di Digitale Trends alla IE School of Architecture di Madrid, Mario Calderini, ordinario alla School of management del Politecnico di Milano, Massimiliano Tellini, responsabile Circular economy e Innovation Center di Intesa Sanpaolo, Stefano Venturi, presidente e amministratore di Hpe Italia) il tema dell’innovazione, la rigenerazione urbana e efficientamento dei consumi. Un’area, quest’ultima, che può valere un risparmio medio per famiglia di 1.000 euro all’anno per quanto riguarda solo la riqualificazione energetica degli edifici e 980 euro per la razionalizzazione dei consumi domestici.

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