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Italia ecosostenibile? Sì, ma a macchia di leopardo. Il report Legambiente

Esiste un’Italia delle città attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali, anche se rimangono alcune criticità legate all’allarme smog e al ciclo dei rifiuti. Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le città risultate prime per le performance ambientali in questa classifica stilata dalla ricerca, “Ecosistema Urbano 2019”, sui capoluoghi di provincia realizzata da Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.

Gli indicatori ambientali parlano di un Paese che si muove in modo disomogeneo. Nel complesso migliora, ma sono ancora molte le città che combattono con lo smog o con una gestione inadeguata dei rifiuti; si amplia il divario tra chi è avanti nel trasporto pubblico e chi non riesce a garantire una adeguata mobilità ai cittadini; restano ancora un colabrodo le reti idriche che disperdono enormi quantità di acqua potabile. Si fa fatica a capire come mai alcune criticità (aria inquinata, rumore, consumo di risorse e produzione di gas serra) non vengano affrontate con la necessaria determinazione.

“In Italia le politiche che interessano i centri urbani sono spezzettate tra diversi ministeri con grande spreco di risorse e scarsi risultati, ha sottolineato il presidente di Legambiente Stafano Ciafani, eppure è nelle città che si gioca la sfida cruciale dei cambiamenti climatici, perché lì si produce oltre la metà delle emissioni di gas serra. Occorre un’accelerazione alla transizione energetica; le città devono correggere in chiave ecologica l’edilizia e i rifiuti, i trasporti e l’industria, creando occupazione, green e circular economy”.

Cercando una chiave di lettura veloce delle performance ambientali, si deve abbandonare la classica divisione del Paese in nord/sud o centri urbani grandi/piccoli. Nelle prime venti posizioni troviamo Bologna, ma anche Cosenza ed Oristano; mentre nelle ultime ventidue si trovano grandi centri urbani come Napoli, Bari, Torino, Roma e Palermo, vittime ciclicamente di emergenze per lo smog, i rifiuti o l’acqua. Per non parlare del traffico che interessa quasi tutte le grandi città: Roma e Torino, tanto per fare due esempi, hanno più di 60 auto ogni 100 abitanti e nel caso della Capitale il problema è aggravato da una crisi del trasporto pubblico che pare condannato a una crisi senza soluzione.

La ricerca sull’Ecosistema Urbano esamina oltre 30 mila dati raccolti in 104 comuni capoluogo. La qualità dell’aria non viene protetta da più della metà delle città. Torna a crescere la produzione di rifiuti, con una media di 537 chili l’anno per abitante e la raccolta differenziata si attesta al 55%, anche se i primi cinque capoluoghi sono oltre l’80%. Il 36% dell0’acqua potabile non arriva ai  rubinetti delle famiglie; in 18 città arriva addirittura alla metà; solo cinque (Pordenone, Mantova, Lodi, Monza e Macerata) riescono a contenere le perdite entro il 15%. Solo a Milano, Brescia e Pavia è facile usare i mezzi pubblici e cresce dappertutto il tasso di motorizzazione; ma anche le isole pedonali (0,47m2 per abitante). Le fonti rinnovabili in 27 comuni capoluogo coprono il fabbisogno elettrico delle famiglie.

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