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La doppia mossa di Gazprom per uscire dall’imbuto Nord Stream 2

Che cosa si muove tra il gasdotto Nord Stream 2 e le nuove rotte artiche del greggio? C’è una correlazione tra il dialogo Gazprom-Noc e l’incremento del programma di prestiti del colosso russo nell’anno in corso? E come si evolveranno le partite di Mosca ancora aperte (e intrecciate), come quelle con Kiev, Bruxelles e Berlino?

NORD

Gazprom Neft sta attualmente inviando circa 11 milioni di tonnellate di petrolio all’anno (220.000 barili al giorno) utilizzando la rotta del Mare del Nord, con l’obiettivo di incrementare quel numero. Lo ha detto l’amministratore delegato Alexander Dyukov al canale televisivo Rossiya-24, aggiungendo che Gazprom Neft sta producendo 18 milioni di tonnellate di petrolio all’anno nell’area artica della Russia. Ma Dyukov non ha precisato come il colosso russo stia spedendo il petrolio in Europa e in Asia usando quella rotta. Va ricordato che Lukoil ha inviato un carico di greggio ad un acquirente cinese attraverso le acque dell’Artico in un flusso commerciale definito insolito.

Inoltre venti giorni fa aveva annunciato di aver ripreso la produzione di petrolio nel campo artico offshore di Prirazlomnoye, dopo una manutenzione programmata durata un mese. Il tutto in una cornice strategica che prevede l’incremento del programma di prestiti del 2019 di 2,4 volte a 725 miliardi di rubli (ovvero 11 miliardi di dollari).

In quel fazzoletto di acque il produttore petrolifero russo è in procinto di collaborare con le compagnie energetiche indiane, come annunciato dal ministro russo dell’Energia Alexander Novak.

NOC

Il dialogo Noc-Gazprom è tornato a farsi intenso. Il numero uno del player libico, Mustafa Sanalla, ha incontrato mercoledì scorso i funzionari di Gazprom: obiettivo, la ripresa del lavoro della compagnia russa nel paese nella consapevolezza, ha precisato, che gli attuali problemi potrebbero essere mitigati anche grazie ad un intervento esterno. Un’apertura giunta proprio mentre la compagnia ucraina Naftogaz chiede a Gazprom di togliere il blocco alle importazioni di gas dal Turkmenistan e dai produttori indipendenti russi al confine fra Ucraina e Russia. Il direttore Yuriy Vitrenko l’ha definita “una proposta ragionevole”. Il ragionamento libico e ucraino va intrecciato dunque? Esiste una correlazione tra le nuove strategie legate al dossier idrocarburi, tanto a nord quanto a sud del Mediterraneo?

SCENARI

La tesi sostenuta da Yuriy Vitrenko, numero uno di Naftogaz, è che Gazprom dovrebbe adempiere ai propri obblighi nei confronti di Kiev, compreso il pagamento del lodo arbitrale del febbraio 2018. Al contempo dovrebbe consentire a terzi di fornire gas, ponendo fine al suo monopolio sulle esportazioni di gasdotti. “Vorrei ricordare che l’arbitrato di Stoccolma ha stabilito che Gazprom deve pagare un risarcimento a Naftogaz a causa del mancato rispetto delle condizioni del presente accordo di transito. Quale il punto nei contratti se una delle parti può violare i suoi termini e non sopportare qualche responsabilità per questo?”.

Solo 24 prima il presidente russo Vladimir Putin aveva detto che Mosca è pronta a firmare un contratto per il transito del gas ai sensi delle norme europee se l’Ucraina dovesse rientrare in quelle norme. Pare però che la Russia dubiti della capacità dell’Ucraina di attuare queste regole entro la fine dell’anno e in caso di prosecuzione dello status quo ecco che la Russia potrebbe semplicemente continuare ad applicare l’attuale contratto. Ma Vitrenko punta anche ad una terza opzione, basata sulle cosiddette operazioni di scambio.

A questo punto la palla passa anche da Bruxelles, dopo che l’Ucraina ha smesso di importare gas naturale direttamente dalla Russia nel 2015 e ha acquistato gas esportato dalla Russia da fornitori europei, principalmente attraverso la Slovacchia. E’la ragione per cui in occasione del nuovo vertice trilaterale Ucraina-Ue-Russia previsto alla fine di ottobre la Commissione europea punterà ad un accordo di 10 anni. Uno schema su cui il CEO di Gazprom Aleksey Miller ha ha già espresso preoccupazione circa il perimetro della nuova società ucraina di trasporto di gas.

twitter@FDepalo

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