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Una manovra green. Le proposte di Legambiente e Forum Disuguaglianze

“Caro presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per dare avvio ad un efficace Green New Deal e accelerare nel Paese la transizione ecologica, energetica e sociale non basta un decreto clima”. Inizia così la lettera che Legambiente e il Forum Disuguaglianze e Diversità hanno indirizzato al governo in cui sono contenute alcune proposte di carattere ambientale da inserire nella Legge di Bilancio 2020.

“Servono subito scelte in discontinuità, nuovi investimenti e politiche di lungo periodo capaci di guidare la transizione nei diversi settori produttivi e nei territori. La manovra finanziaria rappresenta il banco di prova per dare corpo a questa svolta green e rilanciare l’economia, aggredire le disuguaglianze e aumentare la giustizia sociale”. Tre gli ambiti fondamentali su cui agire: spostando la fiscalità sulle fonti fossili, riformando le concessioni sui beni comuni e ambientali e investendo sempre di più su economia circolare e fonti rinnovabili. Le risorse per mettere in campo una ambiziosa politica ambientale esistono, è stato ricordato, “a partire dagli oltre 19 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi che riguardano settori strategici come trasporti, industria, agricoltura, usi civili, che devono trasformarsi in investimenti per l’innovazione ambientale a vantaggio delle imprese e delle famiglie e delle fasce più vulnerabili della popolazione”.

“La transizione energetica è una grande opportunità di rilancio industriale ed economico per il nostro Paese – ricorda Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Lo dimostra la crescita di nuove imprese e dell’occupazione nei settori in cui si tiene conto della qualità e dell’innovazione: dal turismo all’agricoltura biologica, dal mondo del riciclo a quello dell’efficienza energetica. Le scelte di investimento in campo ambientale oggi hanno moto a che fare con il rilancio dell’economia, la disoccupazione, l’attrattiva del nostro Paese per chi vuole investire o scegliere di venir a viverci”.

Già nel 2020 lo Stato potrebbe recuperare oltre un miliardo di euro da rendite dannose all’ambiente e dai sussidi alle fonti fossili. Secondo lo studio, intervenendo con gradualità, si può stimare che queste entrate possano arrivare a 2 miliardi e mezzo di euro nel 2025 e mobilitare risorse, tra fondi europei e nazionali, per oltre 50 miliardi al 2030. Ma serve, oltre alle risorse, “un cambio delle politiche e delle priorità”, perché “sono fermi i cantieri di metropolitane e tram, impianti eolici e fotovoltaici, di riqualificazione energetica degli edifici e messa in sicurezza del territorio”. Le politiche verso una transizione ecologica e sociale devono trovare il loro coordinamento presso la presidenza del Consiglio, come già annunciato dallo stesso presidente del Consiglio. Questa prospettiva è ancora più credibile alla luce degli impegni presi dalla nuova Commissione Europea di Ursula Von der Layen, che ha annunciato di voler fare del Green New Deal una priorità strategica.

“È stata per noi del Forum un’occasione sfidante collaborare con Legambiente – ha detto il Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità Fabrizio Barca – e mettere in pratica, con proposte concrete, l’idea che con forza abbiamo condiviso: che giustizia sociale e ambientale vadano per forza assieme, anzi, che siano parte della stessa cosa, la liberta sostanziale di ogni persona di vivere la vita che è nelle proprie corde e di salvaguardare e ampliare questa libertà per chi viene dopo di noi”.
Tornando alla proposte green, alcune sono a costo zero, come quella di aprire all’autoconsumo collettivo di energia da rinnovabili. Altre permettono di dare certezza alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, a cominciare da quello pubblico e sociale. Altre ancora di ridurre l’Iva per beni e servizi con valore ambientale e sociale. Così come viene proposta una giusta tassazione per il conferimento dei rifiuti in discarica, per incentivare il recupero e il riciclo e per allargare il mercato dei beni riciclati attraverso gli “acquisti verdi” (Green Public Procurement) da parte delle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda i canoni di sfruttamento di cave, le acque minerali e le concessioni balneari si tratta di adeguare la tassazione agli standard europei e di buona gestione di beni pubblici.

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