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La New Space economy approda a Roma. Fioramonti lancia l’Expoforum

La New Space Economy si prepara a sbarcare a Roma, forte di una lunga storia italiana di eccellenze scientifiche e industriali nel campo spaziale. Il governo promette “il pieno sostegno”, e lo fa attraverso le parole del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca Lorenzo Fioramonti e del sottosegretario del Mise Gian Paolo Manzella, intervenuti oggi all’evento di lancio del “New Space Economy European Expoforum”, la rassegna in programma il prossimo dicembre a Fiera di Roma. Con loro, moderati dal direttore di Airpress e Formiche Flavia Giacobbe, c’erano il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, il presidente di Fondazione Amaldi Roberto Battiston e l’amministratore unico di Fiera Roma Pietro Piccinetti.

IL VALORE DELLO SPAZIO

Oggi, ha spiegato Fioramonti, dallo spazio passano “la capacità di miglioramento e un’innovazione tecnologica che non conosce confini”. Per l’Italia, ha aggiunto, “ci sono tutte le condizioni per essere tra i grandi player, come nel passato, ma con la veste di imprenditori di una nuova economia”. Ciò poggia su “una grande storia” che ci ha visti essere il terzo Paese nella storia, dopo Usa e Urss, a lanciare un satellite oltre l’atmosfera. Ora, tra mini satelliti e turismo spaziale, si aprono nuove opportunità, occasioni su cui ricerca, istituzioni e aziende “devono continuare a lavorare in maniera molto coesa”. Difatti, gli ha fatto eco Manzella, la strada scelta dal Paese è quella che punta “sempre più verso moduli di collaborazione pubblico-privati”, cifra stilistica della New Space Economy.

LE RISORSE DI BRUXELLES

I progetti in campo sono molteplici, ben rappresentati al momento dal comando della stazione spaziale nelle mani di Luca Parmitano, un segno che “testimonia l’esperienza italiana di ricerca in questo settore”, ha detto ancora Fioramonti. Per proseguire gli impegni, occorrerà tenere d’occhio i movimenti in corso a Bruxelles, dove la Commissione europea è pronta a mettere in campo un budget da 16 miliardi di euro per il programma spaziale del prossimo quadro finanziario 2021-2027. Sono risorse “su cui contiamo tantissimo”, ha ammesso il vertice del Miur. “Non nascono dal nulla, ma dalle sforzo italiano che, in seno alle trattative sui finanziamenti, ha rivendicato un budget specifico per la ricerca aerospaziale affinché non venisse inserito nel calderone della ricerca generale”.

VERSO LA MINISTERIALE ESA

Eppure, prima del budget dell’Ue, il banco di prova per il livello d’ambizione è la ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), in programma il prossimo mese a Siviglia. L’Italia dovrà “mantenere la sua importante posizione e possibilmente rafforzarla”, ha spiegato Saccoccia. Per farlo, sarà necessario “rispondere a una significativa richiesta di budget”, una sfida di fronte alla quale “il nostro Paese, dopo decenni di investimenti, non può tirarsi indietro”. Si va dall’Osservazione della Terra con il programma Copernicus, all’accesso allo spazio con il lanciatore Vega, fino ai “nuovi progetti di esplorazione umana”, ha notato il presidente dell’Asi, riportando su questo “la buona risposta di istituzioni e governo”.

I NUMERI DEL COMPARTO

Ad attendere i risultati della ministeriale c’è difatti un settore ad alta tecnologia. Sono circa 200 le aziende impegnate in Italia nel comparto spaziale, per lo più Pmi, per 7mila persone occupate, ha ricordato Saccoccia. “Nel 2018, il budget istituzionale di circa 190 milioni ha generato 2 miliardi in termini di valore della produzione: è un ritorno notevole”, ha aggiunto. E se l’occupazione nel settore continua la sua crescita “sostanziale”, resta elevato anche il ritorno degli investimenti. “Rispetto a una media mondiale di 5 euro di ritorno ogni euro investito, in Italia il valore arriva ad almeno 7 euro”. Su questi numeri peseranno senza dubbio le scelte della ministeriale di Siviglia, per cui è dunque opportuno presentarsi preparati.

L’EXPOFORUM

I risultati del vertice spagnolo saranno poi sviscerati a Fiera di Roma il mese successivo, ha spiegato Battiston, grazie alla partecipazione dei vertici delle maggiori agenzie spaziali del Vecchio continente all’Expoforum Roma. La rassegna, che alternerà spazi espositivi a dibattiti con 140 speaker, è organizzata da Fiera Roma e Fondazione Amaldi, in partnership con tanti soggetti, da Asi e Esa alle associazioni industriali (Aiad, Aipas e Asas), fino e la statunitense Space Foundation. L’obiettivo è far luce sulle grandi opportunità della nuova economia dello spazio, attraverso un appuntamento fieristico dedicato per la prima volta a questo tema. Dopo la nuova governance nazionale e i programmi di recente avvio, ha detto Battiston, l’Expoforum sarà “uno strumento addizionale per crescere e mostrare all’esterno ciò di cui l’Italia è capace”. La manifestazione, ha notato Manzella, “poggia su qualcosa di solido: una filiera produttiva robusta e una grande esperienza di ricerca”. E così l’ambizione degli organizzatori, ha aggiunto concludendo Piccinetti, è offrire “un booster economico e sociale per il territorio e per l’intero Paese”.

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