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Non c’è centrodestra senza Forza Italia. Il pizzino della Gelmini (a Salvini e non solo)

Matteo Salvini? Ha capito che solo con la destra non si governa. Il governo gialloverde? Ha lasciato delle ferite. Matteo Renzi? Ha creato questa nuova maggioranza in vitro e non è un potenziale alleato, ma è stabilmente nella parte sinistra. Sono i tre macro messaggi che il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, lancia dalle colonne di Formiche.net, invitando gli azzurri a lasciare da parte “la guerra sugli organigrammi”.

#IdeeItalia – La voce del Paese, in programma sabato 12 e domenica 13 ottobre a Milano, può essere lo strumento per includere il civismo nei nuovi orizzonti del centrodestra?

Per il terzo anno consecutivo organizzo questa manifestazione con il gruppo parlamentare e FI Lombardia sia per dare vita ad un laboratorio di idee e confronto, sia per aprire all’altra Italia ovvero associazioni e movimenti legati a cultura e ambiente. Attraverso la società civile e i corpi intermedi vogliamo ascoltare la voce del Paese e provare ad allargare FI alla cosiddetta altra Italia. Parleremo di manovra, di occupazione e di sviluppo con un piglio che vuole valorizzare il centrodestra di governo, che già guida la maggior parte delle Regioni italiane.

Uno dei temi maggiormente sentiti in tutto il mondo è l’ambientalismo. Quale la vostra risposta, ideologica e programmatica, al gretismo?

La sostenibilità ambientale. Premetto che siamo agli antipodi rispetto all’ambientalismo “dei no” tanto caro al M5S, quello che rifiuta Tav, Tap e termovalorizzatori. Non è questa la nostra visione. Al contempo credo che vada applicata una maggiore attenzione all’ambiente, così come ci chiede Papa Francesco ed è coniugabile con lo sviluppo.

Da un lato M5s e Pd stanno convergendo verso un accordo di sistema, dall’altro che centrodestra si plasma in vista delle prossime nove elezioni regionali?

Uno dei temi centrali di #IdeeItalia è proprio la consapevolezza, forse non è ancora così evidente nel centrodestra, che sotto la spinta del voto Pd, Leu, M5s e IV stanno creando le basi di una vera coalizione politica. Non siamo più dinanzi ad un’emergenza, ma ad un progetto politico con vari soggetti che, dopo essersi combattuti a colpi di insulti, hanno scoperto oggi di essere alleati. L’Umbria è proprio il banco di prova di un’operazione più ampia che va oltre l’eccezionalità.

Quale la vostra risposta?

La riaffermazione della nostra coalizione, l’unica in grado di portare l’Italia fuori dalle secche di una crisi che non è solo economica. Aggiungo però che negli ultimi 14 mesi il centrodestra è sembrato smarrito. La scelta della Lega di governare col M5S ha lasciato delle ferite. Per cui esiste uno spazio politico importante per Fi, che dobbiamo essere determinati ad occupare, ma dobbiamo farlo senza ambiguità e radicando la nostra posizione all’interno del centrodestra, con l’ambizione di essere nuovamente perno. Fi deve tornare ad essere un partito prospero e in salute, ciò che ad oggi non è. Guai a dare la sensazione di posizionamenti non netti.

Come possono convivere sotto lo stesso tetto liberalismo, popolarismo cattolico e sovranismo secondo lei?

Ci sono sovranisti come Orban, ricevuto ieri da Berlusconi, che sono attualmente nel Ppe. Quello è il collante tra il fronte europeo e le frange più estreme. Dopo di che anche in passato, come con Bossi, le diversità si sono presentate ma sono state appianate. Credo però che al netto della questione europea, sui temi del lavoro, delle tasse, delle infrastrutture il centrodestra stia già dimostrando, dove governa unito, si saper fare sintesi grazie ad una cultura di buon governo. Per cui tocca a noi risolvere le eventuali contraddizioni, provando a rilanciare la coalizione a livello nazionale.

L’accordo nelle nove regioni al voto è un buon viatico?

Sì, assieme al tavolo delle opposizioni con Lollobrigida e Molinari e alla risoluzione unitaria sul Def: un segno di ritrovata unità.

La sinistra è presidiata dal governo giallorosso, la destra da Lega e Fdi. Cosa occorre al centro per tornare forte e con appeal? Forse Urbano Cairo?

Esiste uno spazio ampio che FI potrà occupare proprio perché si è risolta la contraddizione che ci vedeva con la Lega alleati in periferia e all’opposizione del governo centrale. Dobbiamo oggi ribadire i nostri valori, che sono diametralmente opposti a quelli del M5s. Il Pd pensava che stando al governo con i grillini li avrebbe omologati, invece sta accadendo il contrario. Emergerà con chiarezza che solo una forza come la nostra, che difende le imprese e il lavoro, serve all’Italia. Osservo che negli Usa dei 5 milioni di nuovi posti di lavoro, ben 4,5 sono stati creati dalle start-up. Per cui accanto al merito dovremo investire nell’innovazione.

Quale è la nuova direttrice di marcia allora?

Guardare al futuro e non al passato. Se noi saremo in grado di aggredire questi spazi, FI potrà rinascere con il rinnovamento avviato da Berlusconi e senza interstardirsi con la guerra sugli organigrammi che non serve a nessuno. Se Cairo scenderà in campo ce lo comunicherà. Al momento non mi pare stia accadendo.

ItaliaViva è davvero un avversario?

IV si colloca a sinistra. Renzi ha creato in vitro una nuova maggioranza che si fonda essenzialmente sull’antisalvinismo, così come in passato la sinistra era unita nell’antiberlusconismo.

twitter@FDepalo

 

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