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Sulla plastica serve innovare, non tassare. Parola di Garofalo (Femca-Cisl)

Mentre siamo fortemente impegnati nell’assicurare un futuro alle aziende della plastica, a rischio di sopravvivenza per le norme varate dall’Unione europea sul monouso, il governo pensa bene di introdurre un nuovo balzello sugli imballaggi. Avevamo chiesto risorse per l’innovazione e per aiutare le aziende a riconvertire la produzione, valorizzando la plastica monouso e trovando nuovi prodotti “sostenibili”.

Per tutta risposta l’esecutivo propone una plastic tax inutile e dannosa, che ricadrà completamente sui cittadini: per ogni famiglia si stima una spesa di circa 140 euro l’anno, una enormità. Credo davvero che il governo abbia perso una grande occasione per fare bene: nel nostro Paese ci sono i principali produttori europei di plastica, che garantiscono lavoro a decine di migliaia di addetti e rappresentano un pezzo importante dell’economia nazionale. Abbiamo già chiesto un impegno da parte di tutti i soggetti interessati per evitare una nuova ecatombe occupazionale a seguito dell’entrata in vigore della normativa europea sulla plastica monouso, per non disperdere un patrimonio di professionalità ed esperienze, per consentire al nostro Paese di mantenere la propria leadership in Europa.

Gli imballaggi, giova ricordarlo, vengono largamente recuperati. Anche alla luce di ciò la tassa appare strumentale per fare cassa, e non uno strumento di sensibilizzazione, come vorrebbe essere nelle intenzioni dell’esecutivo. Più che tassare, il Governo dovrebbe impegnarsi per sostenere l’innovazione, incentivare il recupero, la differenziazione, il riuso, finanziare la ricerca e la trasformazione industriale verso materiali ecocompatibili e riciclabili. Bisogna rafforzare la competitività dei nostri comparti, stimolare la crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro, investendo sulle competenze e sul consolidamento della filiera del riciclo. 56 anni fa Giulio Natta fu premiato con il Nobel per la scoperta del polipropilene, la più versatile materia plastica. Sarebbe straordinario se oggi un ‘nuovo Natta’ italiano ottenesse un riconoscimento per una scoperta epocale, sostenibile, davvero in grado di migliorare l’ambiente ed il futuro del pianeta. Ci troviamo davanti ad una sfida importante che il Governo non può esimersi dall’affrontare, e che noi siamo disposti a sostenere con forza.


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