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Politica Insieme, un manifesto per rilanciare il pensiero sociale della Chiesa

Pochi giorni fa è stato pubblicato il Manifesto di Politica Insieme, propedeutico al Programma politico e all’assetto organizzativo del nuovo soggetto politico. Il suo ubi consistam si caratterizza per la “riscoperta di un “pensiero forte” nel riferimento ai principi della Costituzione, del Pensiero sociale della Chiesa e delle varie dichiarazioni sui Diritti dell’uomo”.

La crisi della politica è un dato incontrovertibile, e non la si risolve contemplandola. È giusto pertanto ripensare la presenza politica dei cattolici in Italia e in Europa, alla luce delle trasformazioni che avvengono a livello globale. Il cattolicesimo mai ha fatto mancare il suo pensiero, soprattutto nelle svolte epocali: i suoi precetti universali nella storia sono stati essenziali, per garantire all’umanità progresso, benessere e pace talvolta con buoni risultati, in altre occasioni registrando cocenti delusioni, ma sempre agendo in prima persona nelle battaglie per la libertà, per la democrazia, per la pace.

Siamo anche in questo tempo dentro una svolta epocale, che addirittura rischia di mettere in discussione l’uomo, soggetto protagonista della storia. Il capitale presume di asservire scienza e tecnica al fine di manipolare la mente e i comportamenti dell’uomo andando oltre, e prescindendo da regole, principi etici e civili.

La previsione-raccomandazione del novembre 1993 di Giovanni Paolo II, dopo la caduta del Muro, è ancora attuale. Infatti, il Papa Santo raccomandava agli uomini di essere vigili perché il “capitalismo selvaggio”, dopo la fine del comunismo sovietico, non imponesse al mondo le sue leggi disumane.

Un evento rilevante e di grandi ambizioni, quindi, la nascita di Politica Insieme che può rappresentare il fatto nuovo della politica italiana dopo cinque lustri di bipolarismo velleitario, di alternanza inconcludente, di parole magiche, dalla fine della cosiddetta prima repubblica fino ai giorni nostri.

Ricominciare a riflettere su famiglia, sulla essenzialità del lavoro, sulla difesa dell’ambiente e della natura, sul rispetto della dignità della persona umana sia quanto mai urgente, come pure è indispensabile individuare soluzioni idonee e condivise sulla trasformazione del welfare state in welfare di comunità.

Per quanto riguarda la riforma elettorale non si può non essere d’accordo con la richiesta di introdurre nel nostro ordinamento un sistema elettorale proporzionale con preferenze, al fine di assegnare al cittadino la responsabilità di scegliere i candidati più idonei a rappresentare l’interesse generale del Paese non solo, ma anche a selezionare le classi dirigenti, e a favorire la partecipazione politica nella vita della cosa pubblica.

È maturo il tempo “per dare vita ad una nuova forza popolare aperta a credenti e a non credenti attorno ad un progetto politico di rinascita del Paese e dell’Europa. Tale progetto dovrà emergere ed essere precisato tramite il confronto democratico ed il dialogo tra tutte le persone e le forze che si ispirano ai medesimi principi, superando le divisioni ed i personalismi del passato”. C’è qui, in embrione, un modello di partito possibile, si tratta adesso di passare all’attualizzazione con la partecipazione di esponenti presenti sui territori che apprezzano e condividono il contenuto del Manifesto.


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