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I due Matteo da Vespa? Comunque vada, vinceranno entrambi. Parola di YouTrend

Di Martina Carone

Ci siamo. Tra gli appuntamenti politici più attesi degli ultimi tempi, dopo la Convention pentastellata di Napoli e il consiglio dei ministri sulla manovra economica, c’è il dibattito Salvini-Renzi di stasera; nello studio di Bruno Vespa, i due leader si confronteranno dopo essersi sfidati pubblicamente più volte ad incontrarsi in uno studio televisivo neutro.

La scelta di sfidarsi in questo duello, in fondo, conviene ad entrambi, per raggiungere obiettivi simili e leggibili con logiche diverse: una mediatica, attinente al dibattito politico generale, una strategica, che coinvolge i posizionamenti e i contesti in cui si trovano entrambi, e una comunicativa, che tocca il rapporto tra Renzi e Salvini e le loro basi elettorali. Il primo motivo, strettamente mediatico, è legato alla necessità – comune ad entrambi i leader – di provare a rientrare nel dibattito politico con posizione di centralità.

Da una parte, Salvini che dopo l’estate ha sofferto una leggera perdita dell’attenzione mediatica: prima della crisi di governo da lui innescata, infatti, era il leader del partito più forte della maggioranza, con un consenso molto elevato. Questa posizione, inoltre, gli offriva la possibilità (intrinseca a chi ricopre incarichi di governo) di dettare l’agenda politica e mediatica del Paese. Oggi, invece, Salvini ha una posizione diversa: nonostante sia sicuramente riconosciuto come il vero leader dell’opposizione, deve comunque affrontare un calo dei riflettori e rincorrere, quindi, la necessità di riacquistare importanza, anche a livello mediatico. In quest’ottica, il dibattito di stasera può aiutarlo a sciogliere le difficoltà che il leader leghista ha incontrato nel dover spiegare l’apertura della crisi di governo, scelta che a molti – suoi elettori e non – è sembrava avventata e frutto di calcoli tattici sbagliati.

Dall’altra, invece, Matteo Renzi viene da una scissione che l’ha riportato in una posizione di forza, ma è evidente che con l’incontro di stasera il senatore di Scandicci raggiunge due obiettivi in uno: da una parte, riconfermarsi al centro della politica italiana e, dall’altra, mantenere accesi i riflettori in vista della Leopolda che consacrerà la nascita del suo nuovo movimento. Ma, come si è detto, la motivazione non è solo mediatica: a livello strategico, infatti, questo dibattito segna punti a favore di entrambi.

Renzi e Salvini riusciranno infatti a polarizzare lo scontro su di loro, ponendosi come leader di due fazioni politiche contrapposte. Mossa che conviene ad entrambi: da una parte, infatti, Salvini potrà riportare al centro della sua narrazione l’anti-renzismo, mossa arguta per il Capitano, politico capace e ben consapevole dei bassi indici di gradimento di cui gode il leader di Italia Viva (circa il 15% secondo l’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per SkyTG24); dall’altra, Renzi stesso potrà accreditarsi come unica alternativa credibile a Salvini, cercando di rubare spazio al Pd di Nicola Zingaretti e provando a riposizionarsi come forza di opposizione alle politiche leghiste, puntando ad una credibilità e risonanza nazionale.

I rischi che corrono i due leader, in fondo, sono minimi: entrambi sono molto capaci di padroneggiare il mezzo televisivo, ed entrambi sanno quanta risonanza avrà (o vorrebbe avere) questo appuntamento. Non a caso, infatti, il governo ha deciso di spostare il Consiglio dei ministri che discuterà la manovra economica alla sera, per cercare non permettere ai due protagonisti di commentare i temi economici governatovi durante la registrazione del duello, che avverrà dalle 18 in poi negli studi Rai di Roma. Perché, se è vero che il dibattito andrà in onda alle 23 – e quindi in una fascia oraria che sicuramente vede una riduzione degli spettatori – sicuramente questo avrà una grande rilevanza per il commento social contemporaneo alla messa in onda e nei giorni successivi.

Infine, Renzi e Salvini sono i politici che godono del maggior attivismo della propria base sui social, che li sostiene e li inneggia con toni spesso quasi al limiti del divismo; per questo, è probabile che i due leader – ben consapevoli di quanto, a livello comunicativo, sia importante avere una fanbase galvanizzata ed attiva – si siano anche preparati per raccontare questo appuntamento a livello social, studiando frasi ad effetto, utili per il rilancio immediato sui social network, e organizzando addirittura vere e proprie war room per l’organizzazione dei sostenitori social in tempo reale.

Un dibattito atteso, dunque, che risponde a diverse esigenze strategiche (e non solo). Sicuramente, il primo vero obiettivo è chiaro: creare grande attesa intorno ad un evento che – a livello politico – sposta materialmente ben poco, e far parlare di sé. Missione compiuta.

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