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Cosa chiedono gli “scettici” M5S a Di Maio e Casaleggio  

Il Movimento 5 Stelle “da almeno quattro anni ha perso la sua spinta iniziale” diceva ieri a Formiche.net il politologo Aldo Giannuli, un tempo vicino alla forza fondata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. E non è l’unico a crederlo, anzi. Una frangia di cosiddetti “dissidenti” ha messo online, oggi a mezzanotte e un minuto, un appello per far tornare il Movimento 5 Stelle alle sue origini. Come? Superando la figura del Capo politico e spostando la proprietà della piattaforma Rousseau dalle mani di Casaleggio a quelle del Movimento.

Il documento, pubblicato proprio nel giorno del decimo anniversario dalla nascita di M5S (a cui lo stesso Beppe Grillo ha dedicato un post), è intitolato “Carta di Firenze 2019, per una coerente rinascita del Movimento 5 Stelle”. Lo scopo, si legge, è “che il M5S continui a crescere e siamo fermamente motivati a riprendere in mano la nostra connotazione etica e politica grazie alla quale abbiamo ottenuto il consapevole voto di milioni di italiani”. Il malcontento, che nelle ultime settimane si è fatto sempre più evidente, riguarda la gestione del partito da parte di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio.

Tra i punti della Carta di Firenze 2019 (sono cinque in totale, divisi in sottopunti), il primo contiene le critiche più sferzanti ai due leader del Movimento, benché non siano mai nominati direttamente. “Democrazia interna” è il titolo, che prevede oltre alla convocazione di un’assemblea fisica nazionale, la “revisione dello Statuto e superamento della figura del capo politico mediante l’introduzione di organi elettivi e collegiali a livello nazionale, regionale e provinciale, che abbiano l’autorità di intervenire nella gestione dei conflitti interni nelle aree di competenza”. Insomma, non può essere il solo Capo politico, Luigi Di Maio, a decidere sui processi di democrazia interna o sulla linea politica del Movimento.

L’altro sottopunto del capitolo “Democrazia interna” è relativo, invece, alla piattaforma di democrazia diretta del Movimento. I cosiddetti dissidenti, si legge, chiedono “l’attribuzione della piena proprietà e della gestione del Sistema operativo Rousseau al Movimento 5 Stelle assicurando la massima trasparenza della piattaforma, in particolare verso le richieste di: accesso pubblico all’anagrafe territoriale degli iscritti, verificabilità degli esiti delle consultazioni”. La piattaforma Rousseau è al momento gestita e controllata dell’Associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio.

Tra gli altri punti si possono leggere la richiesta di una riorganizzazione dal basso “che valorizzi il ruolo centrale dei gruppi locali e degli attivisti attraverso assemblee territoriali periodiche”, “completa coerenza con le principali battaglie identitarie e territoriali del M5S con conseguente allineamento di tutte le scelte politiche locali e nazionali”, “Riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S , che premino l’esperienza, la competenza e il comprovato attivismo sui territori”.

Si apre, dunque, una prima corrente di opposizione vera e propria, organizzata, all’interno del Movimento 5 Stelle. Lo spiega Davide Barillari, tra gli ideatori della nuova Carta di Firenze: “Siamo davvero preoccupati e vogliamo dare, prima del nostro incontro nazionale di Italia5Stelle a Napoli, un segnale forte. Uno stimolo, che non deve essere sottovalutato, per avviare una discussione approfondita”, si legge nella sua pagina Facebook. Barillari, consigliere regionale di M5S nel Lazio, si è sempre opposto a qualsiasi accordo tra la sua forza politica e i partiti tradizionali. “Il contratto con la Lega lo abbiamo digerito male e sappiamo bene quanto quell’esperienza sia finita con l’onta del tradimento”, si legge ancora. “L’accordo con il nostro nemico storico, il Partito Democratico, si sta estendendo anche nelle Regioni (Umbria, Emilia e Calabria) e nei Comuni… con effetti molto preoccupanti e deleteri per noi.
Dove sta andando il M5S?”.

Nessuna reazione, al momento, da parte dei vertici del Movimento 5 Stelle o dei suoi esponenti più in vista, che si stringono attorno al leader Luigi Di Maio nel celebrare il decimo anniversario. Unica voce, la sindaca di Torino Chiara Appendino: “Questo è il momento di compattarsi, lavorare per il bene del Paese e smettere di farsi guerre interne”, ha detto a margine dell’inaugurazione della nuova Rinascente a Torino. “Mi sembra una richiesta un po’ surreale – ha osservato – non ho letto nel dettaglio ma ho già detto più volte che il Movimento ha un un suo capo politico che è stato peraltro scelto e che in questo momento sta guidando il Movimento”.



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